Geotermia: i motivi del “no” e il confronto con la centrale di Puna, isole Hawaii

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—lP—

di Carlo Balducci

Santa Fiora (GR). Basta nascere in un bosco per essere ambientalisti? La domanda sorge spontanea dopo le dichiarazioni rilasciate alla stampa dal Sindaco Balocchi in merito al riaccendersi della polemica sugli effetti, anche ambientali, che si vanno manifestando ogni giorno di più a seguito dell’apertura della centrale geotermoelettrica “Bagnore 4″. In realtà ci sarebbe solo da chiedersi come può un qualsiasi cittadino, e ancor più un amministratore comunale o addirittura un Sindaco, dichiarare di voler bene al proprio paese e nello stesso tempo approvare e rimanere inerte di fronte allo scempio messo in atto dall’ENEL “Green Power” lungo tutta la valle che va dal crinale del Poggio Squadrato al Sasso di Petorsola.

Sì, perché gli effetti di questo intervento, nella più pura logica della colonizzazione del territorio asservito, erano ben visibili nel progetto presentato per l’approvazione: l’unica cosa che manca negli elaborati prodotti da ENEL è il fumo in uscita dalle torri della centrale, ma si sa, questo qualche volta c’è, qualche volta no, dipende dalla pressione atmosferica e può darsi che i progettisti abbiano concepito l’inserimento fotografico in un momento di “altissima” pressione che però, guarda caso, interessava solo Bagnore 4 e non Bagnore 3, come si può ben vedere dal documento allegato alla V.I.A. (…). Naturalmente gli stessi progettisti si sono ben guardati dall’inserire nella ricostruzione le opere accessorie di Bagnore 4 (piazzole dei pozzi di perforazione, tubazioni dei vapordotti, strade di servizio), che stanno ulteriormente devastando il territorio, arrecandogli ferite non più rimarginabili. Viene quindi da chiedersi come sia stato possibile ignorare clamorosamente quel parere che forse il Sindaco non conosce, dal momento che arriva a sostenere che “per l’aspetto paesaggistico, la procedura è stata valutata dalla Soprintendenza”:

“….questa Soprintendenza esprime le seguenti vantazioni in merito ai possibili effetti negativi sul contesto paesaggistico anticipando sin d’ora alcuni indirizzi progettuali da sviluppare nelle successive fasi autorizzative:

1.considerare una posizione meno invasiva e meno visibile dalla Strada Provinciale Santa Fiora e la Strada Provinciale del Monte Amiata, anche valutando di modulare diversamente gli impianti per evitare una concentrazione visiva tra le due centrali….”.

D’altra parte non è la prima volta che gli sentiamo ripetere affermazioni acquisite dal “sentito dire”, come nella risposta che ci fornì quando gli chiedemmo di informarsi riguardo alle quantità di inquinanti emessi dal pozzo Bagnore 22, prossimo alla Madonnina di Grattasassi ed all’abitato di Santa Fiora, che da oltre un anno scarica a cielo aperto. Ci fu risposto che si trattava di vapore acqueo, così come sostiene il Responsabile di ENEL “Green Power” che afferma, sapendo di mentire, che “il vapore è per più del 99% vapore acqueo”. Ma la stessa ENEL “Green Power”, nella procedura di V.I.A. dichiara che i fluidi che alimenteranno Bagnore 4 contengono l’8% di gas incondensabili, non meno dell’1%, e l’8% di 260 tonnellate all’ora fanno 20,8 tonnellate all’ora di inquinanti rilasciati in atmosfera, fra cui anidride carbonica (20 tonnellate), metano (320 kg.), ammoniaca (223 kg.), idrogeno solforato, mercurio, arsenico.

A questa vera e propria menzogna si aggiunge la balla, ripetuta fino allo sfinimento, che in ogni caso, trattandosi di elementi naturali, essi sarebbero rilasciati comunque, anche senza l’attività di ENEL “Green Power”, ma il bello è che ad essa sembra ora prestare credito anche l’ARPAT, dopo che nel 2006 aveva sostenuto che “Come è noto, nei fluidi geotermici sono contenute sostanze e composti chimici con rilevanza tossicologica. La messa in produzione di un campo geotermico per usi energetici, o plurimi diversi, accelera il trasporto verso la superficie dei fluidi, con emissioni in atmosfera di significativi flussi di massa di sostanze inquinanti, di gran lunga superiori a quelle associate alle manifestazioni naturali”. Eppure non ci parrebbe concettualmente complicato comprendere che le emissioni delle centrali, che provengono dal campo geotermico alla profondità di 3.500 m., impiegherebbero secoli a raggiungere la superficie se non incanalate nelle perforazioni, ma in questo modo vanno ad aggiungersi a quelle che si hanno naturalmente dal terreno, determinando gli effetti di inquinamento evidenziati anche dalla stessa ENEL “Green Power” con le mappe di ricaduta.

Per non parlare del riconoscimento internazionale attribuito al polo geotermico amiatino come quello in cui “le tecnologie da noi utilizzate sono le migliori e le più avanzate in relazione al tipo di fluido geotermico disponibile”. A questo proposito vogliamo raccontarvi una storiella. Che riguarda la centrale geotermoelettrica di Puna, nelle isole Hawaii; a voi fare il confronto con quello che è successo dalle nostre parti. La centrale di Puna fu realizzata nel 1976, con una potenza di circa 3 MW, come quelle che avevamo noi a Bagnore a partire dagli anni ’60 del secolo scorso; fin dall’inizio il Governo di quel paese impose alla Società costruttrice che la centrale fosse dotata di un sistema di abbattimento degli inquinanti, del tipo, per intenderci, degli AMIS, che ENEL “Green Power” ha iniziato ad installare da noi solo nel 2002.

Nel 1986 la Società chiese di aumentare la potenza della centrale a 25 MW e il Governo espresse parere favorevole solo a condizione che l’impianto fosse trasformato da flash, cioè con emissione diretta in atmosfera, a ciclo binario, senza emissione alcuna. Fu anche richiesto che venisse installato un sistema per il monitoraggio in continuo dell’idrogeno solforato, per controllare eventuali fuoriuscite accidentali di gas. Il 12 giugno 1991, durante la perforazione di un pozzo, per 31 ore si sono avute emissioni incontrollate in atmosfera , fra cui 84,64 kg/h di H2S, oltre ad altri elementi (piombo, nichel, cromo, cadmio, mercurio) contenuti nel fluido. Ciò comportò l’emissione di sanzioni molto pesanti a carico della Società; in totale, risulta che siano stati emessi 41 verbali per emissioni superiori ai limiti consentiti, che sono molto più restrittivi di quelli in vigore da noi. In particolare, per  H2S è in vigore un limite di 35 microgrammi per mc come media di un’ora e 14 microgrammi per mc. come media sulle 24 ore, rispetto ai 150 microgrammi per mc presi in considerazione da noi.

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Articolo già apparso sul periodico Rosso di sera.

Commenti

1 commento a “Geotermia: i motivi del “no” e il confronto con la centrale di Puna, isole Hawaii”

  1. Elisabetta

    Noi avremmo un’arma: il voto per mandare via i cinici ladri. Ma gli abitanti dei paesi dell’Amiata tacciono per opportunismo, vigliaccheria, incoscienza, ignoranza. Non vogliono sapere. Non pensano all’ambiente che lasceranno ai figli e ai nipoti.

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