Intervista a Stefano Bechini: «Ero tornato da Berlino in piena notte, quando al mattino mi squilla il telefono: era Raf»
Musica
di Ilaria Martini
È il personaggio amiatino del momento. Ha suonato con Raf sul palco dell’Ariston (diretta Rai 1)
Nei giorni scorsi si è fatto un gran parlare di lui, soprattutto su social e giornali ed ha ricevuto i complimenti del primo cittadino di Piancastagnaio. Tuttavia per Stefano Bechini, pianese di nascita e musicista professionista, quella dell’Ariston è solo l’ennesima soddisfazione artistica della sua carriera.
È stata una sorpresa assolutamente inaspettata. Ero tornato da Berlino in piena notte, quando al mattino mi squilla il telefono: era Raffaele che mi chiedeva se l’indomani fossi stato in grado di presentarmi alle prove all’Ariston. Il tutto un paio di settimane prima dell’inizio della kermesse. Adoro questo genere di imprevisti!
Sanremo è la kermesse televisiva più chiacchierata e attesa. Che aria si respirava?
Credo tu possa immaginare quante aspettative ci siano dietro un festival come questo. I ragazzi tra le nuove proposte si giocano praticamente la possibilità di dar vita ad una carriera artistica, mentre per i “Big” è un momento importante di riconferma del credito che riscuotono nel grande pubblico. C’è sicuramente molta tensione, ma è comunque un’occasione per incontrare vecchi amici e farsene di nuovi, per parlare di musica e di tutto ciò che le ruota attorno, e ovviamente per divertirsi.
Qual è il ricordo più bello che conserverai di quest’esperienza?
Sicuramente il fatto che non era previsto dovessi raggiungere Raf a Sanremo. È stata una sorpresa assolutamente inaspettata. Ero tornato da Berlino in piena notte, quando al mattino mi squilla il telefono: era Raffaele che mi chiedeva se l’indomani fossi stato in grado di presentarmi alle prove all’Ariston. Il tutto un paio di settimane prima dell’inizio della kermesse. Adoro questo genere di imprevisti!
Cosa rappresenta il festival di Sanremo per la tua carriera da musicista, che posto occupa nel tuo percorso professionale?
Certamente è un’esperienza che va ad arricchire il mio curriculum. Per come sono fatto credo però che abbia cambiato molto di più la percezione degli altri sulla mia carriera, piuttosto che la mia. E’ senza ombra di dubbio una delle cose più importanti che mi siano capitate, ma sotto il punto di vista puramente artistico e di soddisfazione personale la ricorderò al pari di altre piccole grandi avventure, che come il Festival mi hanno cambiato in qualche modo la vita.
Come continuerai la collaborazione con Raf?
Raffaele sta lavorando al nuovo disco che ha realizzato in gran parte in America. E’ vicino all’uscita e il 28 aprile prossimo partiremo con la prima parte del nuovo tour (proprio da Firenze quindi piuttosto vicini a casa!). Come durante gli ultimi tre anni farò parte della sua band in qualità di batterista, ma suonerò anche un po’ di strumenti elettronici sul palco e mi occuperò della gestione delle sequenze audio.
Dopo Sanremo quali sono i progetti professionali in vista?
Sono uno che parla poco di ciò che fa, ma credo sia bene che inizi a farlo! Con Raf suono, come dicevo, dal 2012 e ho coprodotto e arrangiato alcuni brani del suo ultimo disco Le ragioni del cuore. Pochissimi sembra lo sapessero in zona, ma adesso grazie alla tv e alle vostre interviste la gente sta smettendo di chiedersi che lavoro faccio (ride, ndr). Sono tornato a vivere a Piancastagnaio da pochi mesi: è bello sapere che gli altri si chiedono cosa sto facendo e divertente constatare come in molti non avessero idea di ciò di cui mi occupo da così tanto tempo (ovviamente non parlo soltanto della collaborazione con Raf, ma della mia vita lavorativa in genere!). Proprio il ritorno alle origini, anche geografico, ha fatto sì che tornassi a lavorare su alcuni progetti che si erano arenati per la necessità di realizzare quelli di altri. Spero proprio che potrà creare altrettanta curiosità l’uscita del primo disco in cui mi capita di essere letteralmente una sorta di “one man band”, completamente solo dalla fase di scrittura, a quella di esecuzione e realizzazione artistica e tecnica. Una sorta di traversata in solitaria partita nel lontano 2009. Sarà una raccolta di brani strumentali il cui fine ultimo è quello di traghettare l’ascoltatore in mondi immaginifici, qualcosa di piuttosto etereo che mi piace definire come musica per film immaginari. All’uscita del disco seguirà uno spettacolo multimediale a cui stiamo dando vita assieme al mio amico (nonché fantastico illustratore, fumettista e artista visivo) Cosimo Miorelli, con cui qualche anno fa ho fondato WashoutProject, una piattaforma di storytelling multimediale che ha riscosso un ottimo successo anche in festival di rilevanza nazionale.
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Foto/copertina: Stefano Bechini
…ho visto un “pezzetto” del festival solo perchè c’era Stefano
Ci sono bravi musicisti, in giro per l’Italia (e per il mondo) che vengono dall’Amiata, che pochi conoscono. Ste’ è sempre stato un talento, l’ho conosciuto che aveva 16 anni e già suonava benissimo, poi ha fatto tante cose e tutte bene! E’ un bravissimo fonico, un compositore, suona un po’ di tutto…è che come diceva lui finchè non fai una cosa “famosa” tutti si chiedono “che lavoro fai”!!! E’ stato bello vederlo sul palco dell’Ariston, ma ancora più bello vederlo lavorare in studio a mixare un disco COMPLICATISSIMO (e con due rompiscatole che non lo facevano lavorare ^_^ ), ed ascoltare i suoi brani…
In sintesi: grande Beko!