Arte. Michelangelo

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di Viola Santelli

540 anni fa nasceva in provincia di Arezzo un ragazzo di nome Michelangelo Buonarroti, il famoso artista divenuto il simbolo del Rinascimento italiano. Malgrado ai classici abbia spesso fatto riferimento, il  suo più grande desiderio era costituito dalla possibilità di superarli, divenendo il protagonista di un’innovazione nel suo campo. Infatti l’artista è colui che riesce a comunicare grazie ai propri mezzi, non necessariamente superando i canoni tradizionali ma talvolta sfruttando ciò che già costituisce una forma d’espressione, traendovi una novità in senso di significato. Già da giovanotto aveva ben chiaro ciò che il futuro avesse in serbo per  lui, scrivendo chiaramente che non sarebbe potuto diventare altro se non uno scultore, essendo stato allattato dalla moglie di uno scalpellino.

000013Presto presentò con la “Pietà” un Cristo agonizzate tra le braccia di una Vergine simile a una sedicenne, in grado di sorreggerlo; e fu apprezzata perlopiù dai nordici ma piuttosto criticata dai connazionali che non gradirono la novità. La reazione nel vedere l’azzardo appena citato va però  in contrasto con una delle sue opere più famose, il David, considerato l’espressione perfetta della bellezza maschile e conservato in Italia come un vero tesoro. Alla base del pensiero di Michelangelo c’è tuttavia la filosofia che l’opera si trovi già intrinseca nel materiale da cui l’artista dovrà ricavarla. Per questo motivo riuscì a farsi ispirare dall’apparente imperfezione di un blocco scartato in precedenza, cioè la vena matta che lo percorreva per intero, che costituì poi la postura del ragazzo. L’ imponente scultura marmorea, risulta a un primo sguardo sproporzionata nelle mani e nella testa, più grandi, essendo destinata a essere guardata dal basso verso l’alto. La prospettiva è infatti un tassello fondamentale: se del suo stile si vuol parlare, e un esempio è la Cappella Sistina. Nonostante i dubbi invadessero lo scultore facendogli sostenere che non sarebbe stato in grado, egli portò a termine un’impresa quasi eroica se si considera che era sospeso a venti metri da terra e costretto a un successivo riposo finita la pittura che lo rese quasi non vedente e gli causò problemi alla schiena.

images (1)Michelangelo riuscì a riempire il soffitto con dipinti talvolta laici, figure nude (“Ignudi”) e senza aureola, e vestiti successivamente da Daniele da Volterra (o Braghettone). Contornati da Sibille e Profeti, si possono ammirare la famosa “Creazione di Adamo”, dove le dita che non ancora si toccano rappresentano la massima tensione o l’immagine di Noè ubriaco deriso dagli stessi figli, a significare la debolezza umana. Ma il “Giudizio Universale” è forse la parte dominante. Essendo discretamente sostenuto e apprezzato dal Papa, a Michelangelo fu concesso di sostituire un affresco già esistente con le proprie idee e non facendosi sfuggire l’occasione, ricavò un’opera che vede contrapposti i dannati - scortati da Caronte – e i beati, vede martiri (con accanto l’oggetto del martirio) e numerosi angeli. Soprattutto vede la presenza di personaggi dell’epoca posti a interpretare un ruolo. C’è lo stesso Buonarroti, trasportato come se di lui fosse rimasta solo la pelle. È sospeso ma in grado di trasmettere quanto realmente fosse deluso, soprattutto dalla vendita delle indulgenze e dall’ambiente corrotto che lo circondava.

michelangelo-buonarroti-5Troviamo nei suoi lavori una sorta di collegamento tra il divino e il terreno; che lui ama esprimere in scultura grazie a una tecnica che prende il nome di “non finito michelangiolesco” che confuse gli storici disorientati dalla personalità complessa. Essi lo fraintesero temendo che l’ormai anziano autore non riuscisse più a lavorare a causa dell’età. Adesso sappiamo che, in generale, le parti del corpo che più sono esposte all’ultraterreno risultano levigate e ben definite, al contrario delle parti dell’anima ancora attaccate alla vita profana. Prima che arrivasse il suo momento però, trascorse un periodo di povertà, volendo preservare i propri averi con l’idea di donarli ai suoi successori, provando a garantire agli eredi una vita più dignitosa dove avrebbero potuto avere ciò che lui non si era potuto permettere. Una delle ultime composizioni dello scultore è infatti “La Pietà Bandini”, ideata per la sua tomba e non compresa per secoli.

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Commenti

1 commento a “Arte. Michelangelo”

  1. Ravecca Massimo

    Il “non finito” è la caratteristica del genio. Come il “non luogo”, il “non nome”, il “non tempo”, ecc… L’astuto Ulisse crea un “non nome”, Nessuno, per ingannare Polifemo, e un “non luogo”, il cavallo di legno, per ingannare i troiani. Queste entità frutto di processi ricorsivi, speculari, inclusivi sono state usate anche da Gesù e Leonardo da Vinci. Michelangelo nella scultura diede origine al termine. L’Adorazione di Leonardo è un non finito e non un opera incompleta, perché l’autore si ritrasse sul bordo destro (per chi guarda), mentre si dirigeva a Milano. Si rappresentò mentre usciva dal quadro, lasciandolo apparentemente incompiuto. La ricorsività è il sigillo del genio, come Archimede che per provare i suoi amici greci matematici gli mandava da dimostrare dei teoremi errati, e loro come sempre sostenevano di averne trovato la dimostrazione. Cfr. Ebook: Tre uomini un volto: Gesù, Leonardo e Michelangelo. Grazie.

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