Abbadia: Santuario della Maddalena rievocato nelle parole di Edward Hutton
di Antonio Pacini
Abbadia San Salvatore – Nella storia del nostro paese può capitare di imbattersi in scoperte capaci di destare sorpresa e a volte meraviglia. Oltre a riaffiorare vicende di uomini del passato, giungono descrizioni di momenti di vita e luoghi che non ci sono più. Uno di questi è il santuario della Maddalena, con il probabile villaggio che gli stava intorno di cui è rimasto soltanto il toponimo. Si trattava di un oratorio, una piccola grotta affrescata che purtroppo sarebbe andata distrutta nella prima metà del secolo scorso per lasciare spazio alle case in espansione.
A riparlarne dopo tanti anni è Lauro Romani nel suo libro Una finestra aperta su Abbadia ma la descrizione più dettagliata ce la dà uno scrittore, anch’esso fino a oggi quasi dimenticato, romantico inglese degli inizi del ‘900: Edward Hutton. La sua opera del 1907 dal titolo In unknow Tuscany riguarda tutta la Montagna ma si concentra per buona parte su Abbadia; è stata recentemente tradotta – per la prima volta in italiano – dal Comitato per il recupero artistico e storico di Castel Del Piano che presenterà l’opera sabato 25 ottobre, ore 11,30 alle Officine del Parco Museo Minerario.
E’ giusto ricordare che la zona della Maddalena è stata teatro di eventi meno poetici passati alla storia come “i fatti della Maddalena” avvenuti nel 1920; quando un gruppo definito socialista vi si rifugiò dopo l’avvenuta uccisione di sei persone durante la processione religiosa della Madonna di Ferragosto. Anche quel frangente di storia è caduto nell’oblio, nonostante costò la vita a un numero maggiore di persone rispetto ai famosi fatti del 14 luglio 1948. Dall’indagine di Romani Lauro, che prende in considerazione il periodo dal ‘700 all’inizio del ‘900, si scopre che il nome Maddalena è stato il secondo in assoluto più diffuso nel nostro paese, preceduto soltanto dal nome Maria (che può richiamare spesso la stessa Santa). Potrebbe, tale fatto, essere dovuto alla forte e ancora presente devozione degli abbadenghi per questa Santa (oggi dimenticata come il suo santuario).
Di seguito riportiamo la descrizione fatta dal prestigioso scrittore inglese riguardante il suggestivo oratorio della Maddalena:
“[…] e S. Maria Maddalena, che è forse la migliore di tutte. Poiché l’oratorio di S. Maria Maddalena, collocato com’è tra i boschi, su una piccola collina a destra, sopra la strada che porta a Piancastagnaio, dove prima gira verso ovest, distante dal villaggio meno di un quarto di miglio, è proprio una grotta naturale, formata dal vulcano quando eruttava le enormi rocce di molte tonnellate di peso che giacciono sparse da tutte le parti tra gli alberi della Montagna. Perché queste pietre caddero formando una casa e una roccia più grande cadde sopra di esse, lasciando un piccolo spazio come per una porta. Nel tredicesimo secolo, se non prima, sembra che la gente, avendo trovato questo santuario, lo ricoprì internamente e anche esternamente di affreschi, ed è ciò che rimane di questi che conferisce interesse al luogo”.
Il passo prosegue con parole che fanno comprendere il valore, anche letterario oltreché storico, di quest’opera regalata a Abbadia; ma non vogliamo anticipare l’onore ai suoi curatori che con ogni probabilità lo leggeranno sabato prossimo alla presentazione ufficiale.
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Copertina: Santuario della Maddalena, Abbadia S.S.
ma dove l’avete letto che “quando un gruppo definito socialista vi si rifugiò dopo l’avvenuta uccisione di sei persone durante la processione religiosa della Madonna di Ferragosto”. vi invito a leggere i fatti della maddalena curato diversi anni fa dal sottoscritto mille copie ormai quasi esaurite che sono state riportate anche nei libri di testo della Enaudi e dall’univesrità della sapienza di roma, altro che episodio dimenticato.
Che si trattava di un gruppo socialista lo deduco dal libro curato da lei dove c’è scritto che a generare il misfatto furono persone le quali avevano partecipato al comizio socialista avvenuto quello stesso giorno. Invece il gruppo si recò in “Pian della Maddalena” dopo il comizio ma non dopo le uccisioni, come ho erroneamente compreso e scritto, traviato anche da alcuni racconti orali. La ringrazio quindi per questo suo intervento. Con “episodio dimenticato” mi riferisco a Abbadia perché è così, pochissimi ne sono al corrente a differenza dei fatti ben più noti del ’48. Non metto in dubbio che il libro abbia avuto un’eco nelle università e a Roma ma purtroppo quasi la totalità delle volte che parlo nel mio paese con qualcuno dei “fatti della Maddalena” mi accorgo che è la prima volta che ne sente parlare.