“Abbadia Futura”, intervista a Giacomo Bisconti

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IMG_8920Dal sito internet di Abbadia Futura si legge: “…un movimento civico aperto e inclusivo, nato dall’esigenza di far riappropriare i cittadini delle funzioni e dell’orgoglio dell’appartenenza ad una comunità”. Abbiamo approfondito la questione con Giacomo Bisconti, esponente della Lista.

Prima “Lista Civica”, adesso “Abbadia Futura”, cambiando nome non temete di creare confusione tra gli elettori?

Diciamo subito che questo progetto è una novità assoluta nel panorama politico di Abbadia. Abbiamo il dovere morale di provare a diventare un aggregatore di associazioni, comitati, liste civiche e gruppi, formali e informali, di singoli cittadini, accomunati da principi condivisi e dalla volontà di appropriarsi della sovranità popolare per migliorare la qualità della vita. Dal nostro punto di vista, quindi, la diversità è una opportunità e non un problema. Per ora il percorso fatto fin qui lo dimostra. La partecipazione è una occasione per tutti: sentiamo il dovere di ascoltare le esigenze e i bisogni dei cittadini, e di confrontarci, come accade nelle grandi famiglie, decidere e assumersi la responsabilità della scelta.

Il vostro intento è quello di una democrazia partecipata che partendo dal basso prenda in considerazione le istanze dei cittadini. Sembra quasi un motto partorito da Casaleggio. Non vi conveniva presentarvi con il M5s?

Siamo un partito formato da tante persone che hanno a cuore il futuro del nostro paese. Fin da subito abbiamo detto che ognuno in campo nazionale è libero di votare chi vuole. La partecipazione dei cittadini non è un valore di questo o quel partito, crediamo che sia il valore principe della democrazia. E’ nostro intento ribadire che Abbadia Futura ha come obiettivo un lavoro concreto ed operativo per l’amministrazione di Abbadia San Salvatore, senza nessun tipo di apparentamento a livello nazionale.

Della lista fanno parte esponenti di sinistra, destra ma anche cittadini alla prima esperienza politica. Non c’è il rischio di imbarcare troppe visioni differenti?

Crediamo che debbano occupare il primo posto le idee rispetto alle ideologie. L’importante sarà  condividere, per il bene di Abbadia San Salvatore, obiettivi e contenuti programmatici e non fini personali o di partito, come purtroppo troppo spesso è accaduto in passato.

Qual è il progetto per rinnovare Abbadia?

Come avvenuto durante l’incontro del primo di dicembre – e in quelli a seguire con commercianti, imprenditori turistici e associazioni sportive – abbiamo iniziato ad ascoltare la popolazione. Ad oggi stiamo lavorando intensamente in commissioni tematiche relative a energia, beni comuni, lavoro, turismo, commercio e strumenti per il territorio. La significativa partecipazione, anche attraverso il sito (www.abbadiafutura.com, ndr) è una testimonianza di quanto le persone abbiano il desiderio di esprimere le proprie opinioni, fare proposte ma soprattutto stabilire un rapporto di fiducia e di credibilità.

Cosa rimproverate alle amministrazioni che vi hanno preceduto?

L’immobilismo, la mancanza di progettualità e la netta chiusura in se stessi, senza il coinvolgimento dei cittadini nelle decisioni.

Al momento il centro-destra abbadengo sembra inesistente: Forza Italia probabilmente non si candiderà; la Lega, di fatto, non esiste più. Un “vuoto di destra” colmato da voi futuristi (mi si passi il neologismo)?

Quella che poni è per noi una visione che intendiamo superata. Ribadisco che l’unico argomento che a noi sta a cuore sono le prospettive del nostro paese. Le questioni sui problemi dei partiti sono cose lontane dalla nostra identità di lista che si vuole stringere intorno alle idee e ai progetti per migliorare il futuro della nostra gente e, in particolare, dei giovani. Siamo un movimento civico, crediamo nella politica come confronto finalizzato al miglioramento della società e della realtà territoriale in cui viviamo.

Di recente un esponente del PD ha proposto un referendum sulla geotermia, ritenuto utile per capire e assecondare la volontà dei cittadini. Qual è la vostra idea in merito?

Su questo punto è stato recentemente deliberato in Consiglio Comunale, dalla maggioranza e dalle minoranze un documento che parla chiaro e che è stato appoggiato da tutti. Respinge con fermezza lo sfruttamento geotermico per i rischi connessi alla salute dei cittadini, all’ambiente e alla risorsa idrica del nostro territorio: è incompatibile con le scelte economiche del nostro comune. Da parte nostra costruiremo, con l’apporto dei cittadini e degli esperti (università, centri studio, etc.), un altro modello energetico basato prima di tutto sul risparmio, sulla efficienza, sull’utilizzo del calore e delle basse entalpie, anche a sostegno dell’imprenditoria e delle iniziative termali e turistiche del nostro comune.

Abbadia è uno di quei comuni dove il destino delle elezioni sembra già scritto, per conto di uno zoccolo duro di votanti di centro-sinistra. Per vincere non potete fare a meno di “strappare” una cospicua parte di elettori al PD. Come pensate di riuscirci?

In questi ultimi anni è venuta meno la fiducia nella classe dirigente che è sembrata priva di creatività e di sensibilità verso lo sviluppo e la crescita del nostro territorio; ciò ha determinato una presa di coscienza maggiore e la voglia di incidere realmente nelle scelte e nella realizzazione di fatti concreti. La partecipazione e l’entusiasmo crescente ce lo stanno facendo capire.

Articoli correlati: Abbadia Futura incontra i cittadini http://abbadianews.wordpress.com/2013/12/11/abbadia-futura-incontra-i-cittadini/ / Abbadia Futura esce allo scoperto: http://abbadianews.wordpress.com/2013/11/26/abbadia-futura-esce-allo-scoperto/ Abbadia, verso un nuovo bipolarismo? http://abbadianews.wordpress.com/2013/12/04/abbadia-verso-un-nuovo-bipolarismo/

Commenti

1 commento a ““Abbadia Futura”, intervista a Giacomo Bisconti”

  1. nadia

    chissà a quali “comitati” si riferisce. Non mi risulta che ci siano comitati “aggregati” a questa o altre liste. Da quando i comitati fanno i “gregari”? Non è forse la capacità di esercitare “autonomia” cioè che li ha sempre contraddistinti? Piuttosto che con il “futurismo” i comitati si sono misurati con la concreta drammaticità del presente

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