Secondo ko consecutivo per la squadra di Mister Savelli
L’Amiata non sta passando un buon periodo di forma e forse ha già mollato dopo la cocente sconfitta di Roselle arrivata nei minuti finali del match. Dopo che la squadra di casa era andata in vantaggio c’è stato il gran gol di contro balzo di Rappuoli, ma nei minuti finali, dopo una traversa e un palo colpiti dall’Amiata, il Roselle fa capire perché è la prima della classe e con un uno-due nei minuti finali vince per 3 a 1.
Dopo la sconfitta di Roselle l’Amiata è scesa in campo nel derby contro il Castell’Azzara. Maglia a strisce giallo rosse verticali per la squadra ospite, mentre per i padroni di casa un’inedita maglia bianca. Mister Savelli opta per un classico 4-4-2 che in fase di possesso palla si trasforma in un più offensivo 4-2-4. La formazione vedeva in campo il portiere Nannetti, difesa da sinistra con Romani, centrali De Cicco e Sacchi e a destra Viti, centrocampo Sabatini a sinistra, Caccamo e Rappuoli centrali e il Giovane Scapigliati a destra, davanti Ciarini e un po’ più arretrato Gamberi. Qualche cambiamento dunque a livello tattico con Ciarini spostato in attacco per sfruttare gli eventuali cross provenienti dalle fasce.
La partita comincia con una bellissima e folta cornice di pubblico, ma a prendere le redini è subito la squadra ospite con l’Amiata poco concentrata e lucida. Per vedere la prima occasione nitida bisogna aspettare il 25esimo quando l’amaranto Ciarini ruba una palla al difensore giallorosso e tira in porta allorché il portiere attento sventa l’occasione. Poco dopo ancora un’occasione per i padroni di casa, Sabatini sulla sinistra crossa basso trovando Ciarini che prova di prima intenzione ma “liscia” la palla che rimane lì, appoggia quindi indietro per Scapigliati che tira a botta sicura ma un intervento del difensore manda la palla fuori.
Al 32esimo prima occasione vera per il Castell’Azzara: errore a centrocampo degli amaranto che innescano il contropiede ospite con l’attaccante solo davanti al portiere tira e va fuori. Verso il 40esimo mister Savelli cambia modulo, passa al 4-3-1-2 arretrando Ciarini a centrocampo e spostando davanti Scapigliati, in coppia con Sabatini e Gamberi dietro alle 2 punte. Il cambiamento di modulo non porta grandi vantaggi e quasi a tempo scaduto il Castell’Azzara va di nuovo vicino al gol con due lisci da parte dei due centrali amiatini, ma gli attaccanti non sfruttano, finisce così il primo tempo.
Il secondo tempo inizia come il primo con i grossetani che fanno la partita ma non creano grandi occasioni; fino al 60esimo, punizione da circa 20 metri, batte il numero 7 giallorosso che segna un gran gol, impossibile da prendere per l’incolpevole Nannetti ed è il vantaggio ospite. L’Amiata a questo punto cerca di reagire e si catapulta nella metà campo avversaria. Al 65esimo arriva l’occasione giusta: cross in area e il difensore ospite spinge l’attaccante dell’Amiata che va giù e l’arbitro fischia il calcio di rigore. Va sul dischetto Sacchi che con freddezza infila il portiere sulla sua destra ed è il pareggio. L’Amiata sembra non accontentarsi e prova a fare gioco ma i troppi errori a centrocampo non portano nulla di buono, fino al 73esimo quando Sabatini si trova un po’ defilato ma da solo davanti al portiere avversario ma tira inspiegabilmente fuori sul primo palo. La partita scorre senza grandi occasioni, arriviamo al 90esimo e l’arbitro dà 3 minuti di recupero.
La partita sembra avviata verso il pareggio quando al 92esimo il Castell’Azzara lancia un pallone in area, Nannetti accenna l’uscita ma si blocca a metà strada; il difensore si ferma e attende l’uscita del portiere ma l’attaccante anticipa tutti e senza neanche saltare beffa di testa entrambi: 1-2 e fischio finale. L’Amiata esce sconfitta e demoralizzata. Ora dovrà guardarsi veramente le spalle dallo stesso Castell’Azzara, dal Castel del Piano e dal Pitigliano. La prossima partita servirà per cercare almeno di mantenere la terza piazza e sarà contro il Casottomarina, penultima in classifica. Speriamo che i nostri ragazzi si riprendano da queste due brutte botte. Gianni Pacini
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