“Rifugi aperti”. Una giornata di festa per il canile di Campo le Capanne

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Canile Campiglia

di Ilaria Martini

Una pineta spaziosa e lontana dal centro abitato, sulla strada provinciale all’altezza di Campiglia D’Orcia. Una struttura moderna e confortevole, dotata di sistemi tecnologici, dove il rispetto per gli animali si concretizza in un impegno costante da parte dei numerosi volontari dell’associazione. Questo è il canile intercomunale “Campo le Capanne”, di proprietà dell’Unione dei Comuni Amiata-Val D’Orcia e dove confluiscono i cani abbandonati nel territorio dei sei paesi che ne fanno parte.

Entriamo dal cancello sulla strada, attraverso il viale alberato. C’è un primo lotto di box più recenti, dotati di chiusure automatizzate e di un sistema di ricircolo d’aria in grado, nelle ore a rischio contagio, di escludere i cani dal contatto con gli insetti portatori di lesmaniosi. Il secondo lotto invece – il primo in ordine di costruzione – dovrà essere ristrutturato una volta ottenuti i fondi necessari da parte delle amministrazioni comunali. Tra i due rifugi si trova il canile sanitario: dove i cani in entrata vengono sottoposti a controlli e posti in quarantena, per un breve periodo, prima di poter essere integrati con gli altri ospiti a quattro zampe.

All’interno della struttura è presente un’educatrice cinofila di terzo livello, specializzata nella cura di stress, ansia e patologie del distacco, che aiuta i cani a superare il trauma dell’abbandono e a vivere con maggiore serenità una nuova adozione. Il canile gode di un orario flessibile, dal lunedì alla domenica, con unico giorno di chiusura il giovedì. Nella struttura sono presenti 70 cani, soprattutto da caccia e di razza maremmana. Il numero di adozioni si aggira intorno alle 30 ogni anno. Oltre ai dipendenti che gestiscono la struttura per conto dell’Unione dei Comuni, c’è l’importante presenza di 6 volontari.

Oggi (31 Maggio, ndr) il clima è di festa; palloncini colorati, un ricco buffet e tanti bambini. È la giornata “Rifugi aperti”, indetta dall’ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali), alla quale per la prima volta aderisce anche il canile intercomunale. I volontari ci accolgono con calore, felici di parlarci della loro associazione, dell’organizzazione del canile, dei progetti futuri e del successo di questa giornata.

«Noi siamo agguerriti, non ci perdiamo di coraggio, sappiamo che c’è da fare ancora molto e tuttavia siamo soddisfatti di questa giornata, che arriva a chiusura di un percorso molto lungo». Il successo della manifestazione infatti premia la comunicazione vincente dell’ENPA, che ha fatto della divulgazione nelle scuole e della sensibilizzazione ai bambini la propria forza. logo-enpa-bluPer risolvere il problema dell’abbandono i volontari hanno inventato l’adozione a distanza, un progetto che non ha eguali sul territorio nazionale. Alle famiglie che per motivi di tempo e spazio non possono adottare un animale, viene data la possibilità di adozione a distanza. Il cane rimane fisicamente al canile e viene allietato dalle visite frequenti e dalle coccole della sua famiglia adottiva. Quest’iniziativa ha avuto un grande successo tra i bambini, che con un primo passo diventano consci della responsabilità di essere padroni.

Grazie al lavoro dei volontari, e alle campagne di sensibilizzazione degli ultimi anni, gli abbandoni estivi sono sensibilmente diminuiti nel nostro territorio, che da questo punto di vista è uno dei più virtuosi in Italia. I casi in zona riguardano soprattutto cani da caccia e da pastore e sono sintomo di un’arretratezza culturale che consiste nel vedere il cane solo come uno strumento funzionale, e quando invecchia o si ammala diventa inutile. La lotta dell’ENPA si consuma anche sul versante microchip, con la convinzione che la registrazione dell’animale sia un primo passo per far diminuire maltrattamenti ed abbandoni, che nelle nostre campagne sono spesso causa di attacchi da parte di pericolosi branchi. L’appello dei volontari va anche alle istituzioni, perché i corpi armati, dediti alla sicurezza pubblica e al controllo, si dotino di un lettore di microchip, in modo da multare i padroni non in regola, contribuendo a scardinare la realtà sommersa dei cani per la legge inesistenti.

Circa i progetti futuri, l’ENPA vorrebbe creare un’oasi rifugio, che faccia da pensione per i cani i cui padroni sono impossibilitati temporaneamente ad accudirli, come nel caso degli anziani in ospedale. Inoltre l’oasi servirebbe alla cura degli esemplari sequestrati per maltrattamento sul territorio nazionale. In questo luogo i bambini potrebbero imparare ad amare e a prendersi cura degli animali. Il luogo adatto è già stato individuato dall’associazione, che attende i fondi comunali e spera che i nuovi sindaci siano sensibili a questo progetto. Un impegno a tutto tondo sull’emergenza sociale quello dell’ENPA Amiata, che non si rivolge solo agli animali, ma anche all’ambiente e agli anziani, «il nostro scopo è duplice: operare sul campo e costruire una cultura di rispetto verso i più deboli» ci dice una volontaria. Certamente il volto solidale e generoso è uno dei più belli con cui la nostra Amiata può essere raffigurata e ci auguriamo anche che prevalga sempre più sui volti negativi. L’impegno, da parte di Abbadia News è quello di raccontare le realtà associative e di volontariato, che a nostro modo di vedere sono il vero cuore pulsante delle nostre comunità. La passione, la voglia e la dedizione dei volontari ci ha contagiato, siamo sicuri che colpirà anche i lettori che decideranno di visitare il rifugio.

Per chi fosse interessato a collaborare suggeriamo di rivolgersi direttamente all’ENPA per effettuare l’iscrizione. Mentre in caso di ritrovamento di un randagio il numero da chiamare è il 118, che provvederà ad inviare il servizio veterinario direttamente sul posto.

Info: Rifugio Campo le Capanne -  ENPA – Amiata

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foto: im

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