Riapertura del mitico Club71: “Puntiamo su musica live e intrattenimento di qualità”
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di Antonio Pacini
Abbadia San Salvatore – Il Club71 si riaffaccia fortemente sulla scena musicale e ricreativa della zona con una linea un po’ diversa dal passato e importanti novità. A prendere le redini dello storico locale ci sono un gruppo di ragazzi pronti a fare la sua parte per dare una sferzata di entusiasmo al clima generale. A rispondere alle nostre domande Roberto Fabbrini, Giacomo Viti, Gianni Pacini, Luca Rappuoli e Alessio Seri.
Quali saranno i principali cambiamenti del nuovo Club?
Il Club negli ultimi anni aveva proposto serate ed eventi molto tradizionali, senza caratterizzarsi in una maniera precisa, senza un’identità particolare. Non sappiamo se è stato un difetto o un pregio, ma abbiamo un’idea diversa. Vorremmo dare spazio alla musica live, sia per quanto riguarda cover band sia per artisti emergenti o di fama nazionale quando sarà possibile. Per le prime due serate, con Squarna e Shakers Buba (prossima serata, 7 marzo) abbiamo voluto dare un primo segnale: vedremo nei prossimi mesi cosa riusciremo a fare, anche se abbiamo già pronto un calendario. Ma non sveliamo tutto subito. Per i dj vogliamo dare spazio a ragazzi giovani, possibilmente del posto, che non si limitino alla riproposizione di YMCA, Donatella Rettore o Maracaibo (con tutto il rispetto). Rock’n'roll, Techno, House, Minimal, Soul, Disco ’70s, Hip Hop per fare solo degli esempi… Tutta roba che non viene proposta spesso dalle nostre parti (per non dire mai) ma che naturalmente ha successo ovunque. Sappiamo che è difficile, speriamo che la gente capisca, ma si può fare.
Com’è andata la prima serata?
Benissimo, non potevamo chiedere di più. La partecipazione ci ha gratificato e pensiamo che sia stato davvero un bell’inizio. In molti ci hanno chiesto se si replicherà subito con cadenza settimanale: al momento abbiamo deciso di puntare su un calendario meno fitto ma con più qualità. Appuntamenti in arrivo per tutta la primavera: naturalmente seguiteci su Facebook per rimanere aggiornati su quello che proporremo.
Com’è scattata la molla che vi ha portato a cimentarvi in questa avventura?
Negli ultimi 15-20 anni ad Abbadia si è respirato un po’ di pessimismo giovanile, forse eccessivo. Molti ragazzi si sono disinteressati delle sorti del paese, sia per motivi di scelta di vita (studio universitario, lavoro) sia per attitudini personali (si può mantenere un ruolo in paese anche senza abitarci). Negli ultimissimi anni invece si è registrata un’inversione di tendenza, in cui noi – come singoli – abbiamo sempre creduto. Si può stare bene, divertendosi e creando belle situazioni anche qui sull’Amiata, senza cercare la luna altrove. Però bisogna darsi da fare e secondo noi questo è uno dei modi per darsi da fare. Inoltre ci piace l’idea di un Club che viva di musica live e di intrattenimento di qualità: la nostra sfida è questa.
Quante sono le persone coinvolte nel progetto?
Al momento, formalmente, gli associati “Club71″ sono pochi, ma molti di più sono quelli che hanno detto di volerci dare una mano. Per ora lo facciamo per passione, con nessun interesse economico. Ma la speranza è che, superato questo momento iniziale, in futuro per qualcuno possa diventare un’occupazione seria e redditizia (almeno in parte). Nel frattempo, chi vuole partecipare, con umiltà, voglia di fare e proposte serie, è il benvenuto. Ci troviamo più o meno una volta a settimana per pianificare il lavoro: scriveteci e incontriamoci.
Continuerà a chiamarsi “Club71″ o cambierà nome?
Il nome, oltre a essere bellissimo, è intoccabile. Non avrebbe senso pensare di cambiarlo. Inoltre quel numero rappresenta un momento storico che non abbiamo vissuto e conosciuto ma la cui eco è arrivata fino a noi. Molte persone hanno lavorato per lasciare in eredità una struttura così bella e funzionale: benissimo innovare e benissimo una nuova gestione, ma come si dice sempre, “chi non conosce il passato non ha futuro” o qualcosa del genere.
Qual è il target?
Tradizionalmente il Club è stato riservato, nell’immaginario collettivo, ai veglioni studenteschi o al liscio per gli anziani. Secondo noi al Club è possibile fare di più: dai pomeriggi disco la domenica, alle serate tradizionali per finire con eventi ad hoc per gente più grande. In generale speriamo che tutti si sentano a casa propria al Club71: non c’è motivo per chiedersi, come molti stanno facendo in questi ultimi giorni “Ma è adatto anche a me? Posso venire?“. Speriamo davvero di coinvolgere un pubblico ampio. Non tanto per il successo delle serate, ma per offrire, una volta al mese per ora, un’opportunità in più ad Abbadia.
Per certe occasioni è previsto di affittarlo?
Il Club è in affitto per feste/uso privato a condizioni e prezzi da stabilire di volta in volta. Non esistono regole precise, né un listino. Valutiamo ogni richiesta singolarmente, compatibilmente ai nostri programmi. Ricordiamo che la proprietà del locale non è nostra e che viene giustamente utilizzato anche per scopi diversi dalla programmazione.
Altri usi del Club?
Come avete capito, non ci precludiamo nulla a priori. Ci piacerebbe che il Club tornasse ad avere un ruolo centrale nella vita ricreativa di Abbadia, specialmente nelle occasioni in cui il locale si rivela unico (come dimensioni, come attrezzature etc). Può darsi che possa essere utile, ad esempio, anche in chiave turistica, durante le occasioni di festa o nei periodi di maggior afflusso. Non dipende solo da noi, ma da tutto il tessuto turistico-commerciale-associazionistico del paese: ci sembra che ci si stia muovendo nella giusta direzione, speriamo che il Club sia un tassello in più.
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