Questo non è un articolo (gli pneumatici non sono arte)
Questo non è un articolo e se lo è è sbagliato. E’ sbagliato perché soltanto nella prima riga c’è una ripetizione. Ma è sbagliato (e tre) soprattutto perché sto scrivendo per supplicare di rimuovere al più presto quegli obbrobri messi a casaccio in giro per il paese. Sto parlando degli pneumatici dipinti con volgare spray e riempiti d’aghi di pino, stelle di Natale e non so cos’altro per creare un’atmosfera da Santo Natale-urbano. Se l’intento era questo il risultato supera l’immaginazione, aggravandola, rendendo profano il sacro e profana la memoria. Difatti alcuni di questi allestimenti sono stati posti proprio in viso al carissimo Milite Ignoto (vedi foto), proprio sotto il dito che indicando i nostri morti di Prima Guerra Mondiale ammonisce i passanti affinché si fermino a leggere l’epica epigrafe commemorando i valorosi caduti.
Come dicevo, questo non è un articolo. Non lo è perché chi sta scrivendo non s’è informato su chi, cosa, come, quando e soprattutto perché, ha deciso di calare in terra ruote termiche argentate al pari d’una maledizione divina. Qualcuno dalla regia mi fa segno di smetterla, ché in realtà gli pneumatici un significato lo hanno: è concettuale, ambientale, a favore del riciclo, per non buttare gli avanzi, per ammonire noi gente moderna, indaffarata e ignorante che tutto è utile. Ma se questo è lo scopo ciò che viene fuori è l’esatto opposto: tutto è inutile, specialmente se l’utile – in questo caso ruote andate a male – si utilizza non per farne cose utili, come altalene (per dire), ma per creare orpelli da gettare come esche al politicamente corretto. Foss’anche arte concettuale (che noi non comprendiamo) siamo comunque anni luce di distanza da Duchamp o da Piero Manzoni. Ripeto, non so chi ha assemblato le ruote agli aghi di pino, magari un mio caro amico o addirittura un parente. Non lo so e non lo voglio sapere. Anzi, pubblico queste righe prima ancora di saperlo; così, giusto perché questo non è un articolo e quei cosi non sono arte.
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Salve, non sono originario di Abbadia ma ci vengo spesso e devo dire che a me “gli” pneumatici sono piaciuti. Non so chi ha scritto il non articolo ma non capisco questa esagerazione nel farci partecipi della sua personalissima opinione. Sembra quasi che si voglia denigrare ad ogni costo l’idea ed il lavoro che c’è dietro a questi addobbi; il rischio, e spero nella buona fede della penna, è di far cambiare idea a qualche turista che si voglia concedere qualche giorno di festa da quelle parti…
Sul nostro umile ma ben munito spazio web abbiamo scritto che a noi quei copertoni proprio non piacciono, che se ne poteva fare benissimo a meno, spiegando i perché e i percome, sicuri, tra le altre cose, di interpretare il pensiero di buona parte del paese. Sostenere, come prova a fare lei, che un turista possa cambiare idea sulla destinazione dopo aver letto l’articolo è pura fantascienza, al contrario: sarà mosso da curiosità. Mi permetta una citazione dello scrittore siculo Pietrangelo Buttafuoco: “E’ il diavolo che vuole le cose giuste. Dio – che ha buon gusto – le vuole belle.” Le auguriamo un buon 2014. Jori Cherubini
La ringrazio per la risposta innanzitutto e ricambio di buon grado gli auguri, aggiungendovi un grande “in bocca al lupo” per il prosieguo dell’avventura in rete.
Devo però renderla partecipe di quella che è la mia opinione riguardo le “lotte” intestine di un piccolo paese viste come un’attrazione turistica piuttosto che come un ostacolo per il turista medio. Ritengo che converrà con me come oggigiorno, ahimè, la popolazione tende mediamente a scansare le situazioni e gli scenari laddove potrebbero esservi conflitti che minaccino di minare la tranquillità della propria – mi conceda l’espressione – bolla d’aria. Questa filosofia è da ritenersi ancora più presente nel periodo perinatalizio laddove il motto è l’ormai dogmatico “tutti più buoni”, che per molti vuol dire opere di carità e per altri scavare nel guardaroba alla ricerca del vestito buono per far contenta la nonna. Ma se vogliamo parlare di quelli che si trovano a dover sfruttare fino all’ultimo secondo la finestra di libertà, godersi l’agognato iato dal tramtram cittadino eccetera le assicuro che tutto vorrebbero tranne che ritrovarsi a respirare un clima di tensione anche in quei giorni. Quanto alle questioni etico-estetiche mi permetta di dar ragione a lucifero in questo caso, ché quando dio fa così il superbo proprio non lo sopporto.
Aria di tensione, lotta intestina… sembrano gli anni di piombo in via De Amicis. Non c’è stata nessuna tensione ma un semplice ed efficace scambio di opinioni. Stia pure tranquillo che nemmeno mezzo turista ha cambiato destinazione o s’è imbruttito. Se avrà modo di approfondire la sostanza di Abbadia News-La Postilla si accorgerà della promozione che facciamo quotidianamente al nostro (amato) paese. Farci passare per distruttori mi pare onestamente ingeneroso. Crepi il lupo.
va bene che siamo in un in momento di crisi ma arrivare a mettere dei copertoni mi sembra troppo. Sarebbero più utili se li sparassimo a quei copertoni per divertimento, attirerebbero più turisti.