Vaticanista. Sulle differenze sociali fra cattolicesimo e protestantesimo
—lP—
di Giovanni Fabbrini
“L’antico regime professava l’opinione che la saggezza è nello stato, i sudditi sono degli esseri infermi e deboli che bisogna sempre tenere per mano (…). Su questo punto l’Antico Regime la pensava esattamente come i socialisti di oggi. E chi la pensava in altro modo? La Rivoluzione francese.” Alexis De Toqueville
In un articolo uscito a Marzo dal titolo “Ma quale revolutiòn…” veniva esposta, per la verità con uno stile piuttosto irruento, la differenza tra il costituzionalismo inglese e quello francese. Articolo che ebbe una eco piuttosto forte e che tuttavia è stato accusato di saltare alle conclusioni con furia. Riprendiamo quindi l’argomento, mettendo in prima linea ciò che unisce i due capisaldi della modernità politica e non ciò che li divide. Essendo la considerazione a base spirituale non è fuori luogo partire proprio da un argomento religioso come la differenza sociale tra paesi cattolici e paesi protestanti. L’interrogativo -che suoni nuovo o meno- è il seguente: premesso che il protestantesimo nasce da una scissione a sinistra della Chiesa cattolica, come mai i paesi protestanti si sono rivelati senza la minima ombra di dubbio i più anticomunisti? Le ragioni che sembra corretto individuare in prima battuta sono almeno tre.
1. Il liberalismo ha delle prerogative proprie come l’esaltazione del diritto individuale alla proprietà e non può essere in alcun modo inteso come un semplice incontro a metà strada tra l’assolutismo monarchico e sistemi politici di estrema sinistra come il comunismo.
2. Il socialismo economico deriva da un’impostazione fortemente gerarchica della società che tende a piegare bisogni e istinti individuali a un ideale comune.
3. La dottrina sociale della Chiesa propone forme di condivisione economica e premia l’abnegazione. Sembrerebbe quindi più vicina al socialismo che al liberalismo; questa caratteristica è bilanciata con forza da un’idea trascendente di gerarchia che nel socialismo viene completamente meno. Se si considera inoltre che nella dottrina cattolica l’invidia della grazia altrui è un peccato riesce facile capire perché il socialismo economico più puro sia stato avversato.
Unendo i punti possiamo quindi dire che una società di apostati cresciuta sotto il cattolicesimo è perfettamente tendente al socialismo rispetto alle società di credo misto, che per lo meno si guardano bene dall’omologazione e dalla sottomissione nei confronti di un ideale e dal considerare tale sottomissione un modo normale di stare al mondo. In questo senso, paesi riformati come la Francia e gli Stati Uniti sono i più aperti nei confronti di idee divergenti, i più dubbiosi difronte alla possibilità di imporre un’idea giusta che si farebbe avanti con la propria stessa forza approfittando del fatto di poter piegare le libertà civili, date in prestito a un popolo infermo e debole che in definitiva non sa come usarle o non ne è pienamente degno.
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foto/copertina: Williams e Benedetto XVI