Poesia. “Ingratitudine” – Carlo del Quinti
—lP—
a cura di Balilla Romani
***
Un castagno assai sgomento
facea tal ragionamento
col castagno più piccino
ch’era nato a lui vicino.
Gli dicea: <Reo destino
che c’è stato riservato!
caro figlio, l’uomo è ingrato
e non ha riconoscenza:
al passato, più non pensa
quando al tempo della guerra
i prodotti della terra
non bastavano per tutti
li coglieva i nostri frutti
e li aveva in grande stima
e credeva di gran pregio
la farina di castagne
ch’era quasi un privilegio.
Ora, invece, mondo infame
non la sente più la fame
e nemmeno si rammenta
della dolce mia polenta.
Non si vede coi panieri
a raccogliere i miei frutti,
non rammenta i giorni brutti
di quel tempo ormai passato.
Quanto cibo ho procurato,
quando attorno al focolare
si scaldava le calcagne
e a merenda e a colazione
non mangiava che castagne!
Ora l’uomo è più esigente
E non fa più conto di niente;
d’uno sguardo non ci degna;
ci recide senza tregua
solamente per far legna.
Io ti prego, figlio amato
quando un giorno sarai grande,
se tornasse quell’ingrato,
dammi retta: fai le ghiande!>
ARTICOLI CORRELATI: POESIA: Abbadia San Salvatore – Carlo Nardini - Poesia. Saluto e augurio – Pier Paolo Pasolini - Poesia. Contadino – Carlo del Quinti - Poesia. Il comunismo – Carlo del Quinti - E’ tornato il comunismo! Viva Marx, viva Lenin, viva Mao Tze Tung! - Poesia. Contadino – Carlo del Quinti - Poesia. A sera in montagna – Carlo Nardini - Carlo del Quinti, poeta d’Abbadia - Autunno, Vincenzo Cardarelli - Poesia. Anima, sei già stanca, Arturo Onofri - Poesia. La pioggia nel pineto, Gabriele D’Annunzio - La Croce sul Monte Amiata “Alla santa memoria del caro fratello Celso” - “Scusarete della cattiva azione fatavi a non avervi mandata la serva…”. Lettera inedita datata 1782
foto/copertina: Guido Villa. Omaggio a Niccolò dell’Arca