Poesia. A sera in montagna – Carlo Nardini

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tramonto-inverno (1)

A cura di Antonio Pacini

***

Orlate di faggi costeggio,

Nel groviglio di felci,

le prode del monte.

Fosforescente dietro la montagna

si cala la luce del sole.

Sulla cima ultimi suoi raggi

buliginano al tremolante

Sciogliersi del giorno.

Dalla patina di mille anni

asperso, enorme un masso,

bizzarra opera della natura,

la mia stanchezza accoglie.

Mentre fosca scende la sera,

in baso, tintinnanti

si elevano i rumori

di un auto, il motore

in salita verso di me

strepitosa incalza

e distrae lo sguardo

fisso sulle luminarie accese

del paese. Fuochi fatui

guizzono sull’avvolgente foschia.

Sulle ombre, che si dilatano,

svanisce la memoria

e il cuore impietrito

si chiude ai messaggi

della speranza.

*   *   *

Ci ha lasciato pochi giorni fa l’avvocato Carlo Nardini, autore di questa e di molte altre poesia. Viveva ad Abbadia San Salvatore. Tra le altre cose ha dato un contributo notevole nell’approfondimento della storia del nostro comune e della sua gente. Si deve anche a lui, forse soprattutto, la conoscenza approfondita del “Costituto Badengo” ovvero lo Statuto Comunale del “Castello dell’ Abbadia” risalente al 1212 e fra i più antichi in Italia. Il “Costituto” è considerato dal giurista il primo come importanza perché si intravedono in esso gli elementi del diritto moderno, finalmente libero da ogni strascico di quello longobardo. Il prezioso documento precede, con le dovute differenze, di tre anni la “Magna Carta” inglese che attira ogni anno migliaia di turisti provenienti da tutto il mondo. Nardini è anche autore di raccolte poetiche sulla Montagna, del libretto (di poche pagine ma non di poca erudizione) riguardante il duecentesimo anno dalla consacrazione della nuova chiesa di Santa Croce e di altre pubblicazioni come “Gente Badenga e Storia del suo Comune”. Chiunque fosse interessato a una visione più ampia della storia locale non può fare a meno di quest’ultima opera. ap

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foto: Monte Amiata

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