Orrenda strage di Parigi, siamo deboli, indifesi, prede

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di Jori Cherubini

126 morti. In gran parte ragazzi, sotto i 30 anni. Per colpire hanno aspettato il venerdì sera, quando le strade, i bar, i locali di Parigi sono pieni di gente che parla o semplicemente si concede un Martini dopo una settimana di lavoro. La splendida routine occidentale. Hanno massimizzato lo sforzo: colpire più gente possibile. Compiere una strage, orrenda, indicibile, oltre ogni umana comprensione. Erano, stando alle cronache, in pochi, ma organizzati e bene armati. Kalashnikov, fucili a pompa, cinture esplosive. In tre, o quattro, si sono barricati dentro al famoso teatro Bataclan, dove in 1.500 stavano seguendo il concerto degli Eagles Of Death Metal; e la parola “death” col senno di poi non può che suonare come sinistro presagio. Dopo un fuggi fuggi generale sono rimasti a terra i corpi di un’ottantina di giovani e giovanissimi, studenti, amanti della buona musica, rockers, nell’età della spensieratezza e “del fuoco dentro” per citare McCarthy. Una strage dettata dall’odio, dall’infatuazione per l’islam ortodosso, il jihad; pallottole al grido di Allahu Akbar!, e poi giù il caricatore.

Intanto sui network è iniziata la corsa a chi la spara più grossa. Post che mettono sullo stesso piano le pallottole, le stragi, ai commenti su Facebook (magari anche incazzati, vorrei vedere) come a voler rimarcare una superiorità morale dettata, immagino, dall’immacolata appartenenza politica. Insomma, equiparano il nulla del virtuale all’estrema, cruda, vigliacca realtà dei kamikazen. Segno che non ci facciamo mancare nulla. Da una parte i titoli estremi (oggi Libero scrive a tutta pagina “Bastardi islamici”), dall’altra il buonismo esasperato che guai a parlare di islam, l’slam è un’altra cosa. D’accordo, sarà un’altra cosa. Ma è anche questo. Sulle motivazioni dei terroristi meglio stendere un velo pietoso, non serve nemmeno riportarle. Farneticazioni. Invece vale la pena spendere qualche parola sul ventre molle dell’Europa, e in particolare della Francia. Com’è possibile che uomini armati riescano a penetrare dentro un teatro, prendendo in ostaggio centinaia di persone, e che le teste di cuoio aspettino così tanto per intervenire? Perché il blitz non è partito immediatamente, appena è scattato l’allarme? Inoltre i servizi segreti (non solo francesi) cosa ci stanno a fare se non riescono nemmeno a prevedere una strage di queste dimensioni? Interrogativi che lanciamo nel vuoto, senza risposta. Parigi, rip.

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