Offerta dei Censi. Intervista a tutto campo a Giacomo Sbrilli, Presidente Pro Loco: «Esiste un pregiudizio nei confronti della Festa Medievale»
di Ilaria Martini
L’Offerta dei Censi, ultima sopravvissuta tra le manifestazioni cardine dell’estate badenga, sta per andare in scena anche quest’anno. Alla vigilia dell’evento facciamo il punto della situazione con il presidente della Pro loco Giacomo Sbrilli. Le novità, secondo il calendario diffuso ieri, sono cospicue e sembra che sia tornato a soffiare il vento dell’innovazione. Ma quali sono i retroscena della festa? Come si coniuga la partecipazione giovanile con la voglia di contrastare il calo di presenze negli ultimi anni?
In questa XXVI edizione spazio alle novità. Anzitutto la maratona dei 9 giorni di festeggiamenti, che vedrà oltre all’Offerta dei Censi nel fine settimana, la presenza di molti eventi culturali, dalla storia dei templari alla visita al centro storico in notturna. Da cosa deriva quest’esigenza di cambiamento?
La novità più importante è rappresentata dall’anticipazione della cena nel chiostro al sabato precedente l’Offerta dei Censi, il 5 Luglio. L’idea è quella di creare un’aspettativa e una curiosità diversa attorno ad una manifestazione che vogliamo sia riscoperta. Da sabato fino a venerdì 11 luglio andranno quindi in scena degli eventi culturali organizzati dalla biblioteca e dal museo, che sono preparatori ed introduttivi alla festa ed allo stesso tempo definiscono meglio la sua cornice storica. L’esigenza che ha portato a questa evoluzione è quella di animare maggiormente le vie del centro storico il sabato sera. La sera di punta, con i figuranti impegnati negli spettacoli all’interno della cena nel chiostro, perdeva di brillantezza e di smalto, non offrendo coinvolgimento ai visitatori. Quest’anno invece tutti gli intrattenimenti si concentreranno il sabato, allietando la cena nei terzieri e continuando nel dopocena.
A quale risonanza turistica può puntare la nostra festa medievale? Quali sono le particolarità e quali le limitazioni rispetto alle rievocazioni organizzate nei paesi limitrofi?
Il principale punto di forza della nostra Offerta dei Censi è la coerenza e l’assoluto rigore storico. Ogni abito, ogni arnese, ogni oggetto è studiato nei minimi dettagli per ricreare l’atmosfera dell’epoca. A questo scopo esiste una commissione storica che studia la fattibilità di ogni proposta e di ogni attività per renderla coerente con la vita dell’epoca. Sotto questo punto di vista quindi la qualità della festa è alta: ogni visitatore deve avere l’impressione di assistere ad uno scorcio di vita antica, deve immergersi nell’atmosfera e non essere disturbato da nessun dettaglio che lo riporti ai giorni nostri. Sulla quantità invece, purtroppo, abbiamo dei problemi. Forse la nostra è una festa più di settore, che interessa soprattutto gli appassionati e riesce a coinvolgere meno le folle. Sui numeri non possiamo certo cercare di eguagliare borghi come San Gimignano e Monteriggioni, perché li ogni giorno c’è il pieno di turisti e la festa medievale in questo caso è solo un valore aggiunto. Quello della partecipazione è il nostro maggiore punto debole: non solo da parte dei turisti, ma anche dei nostri compaesani. Esiste veramente un pregiudizio negativo da parte dei badenghi nei confronti della festa medievale.
Pregiudizio?
Sì. Non solo la partecipazione dai badenghi alla festa è scarsa – in tutto tra i figuranti e chi lavora nei punti ristoro dei terzieri siamo circa centocinquanta – ma spesso se ne parla anche male. È risaputo: i badenghi amano più le feste fuori da Abbadia che quelle del loro paese. A questa affermazione bisogna sottrarre le dovute eccezioni, ossia le persone che ogni anno si impegnano per la buona riuscita delle manifestazioni. Il problema è che siamo sempre gli stessi, non ci sono nuovi ingressi e uno scarso ricambio generazionale. Migliorare si può e si deve, ma è un’operazione legata alle forze che si hanno a disposizione. Il problema è che si scade nella solita polemica paesana, nel solito malcontento comune. Addirittura una delle critiche principali che abbiamo ricevuto è quella di essere una setta chiusa in cui è difficile entrare. Voglio smentire questa voce: siamo apertissimi ad ogni tipo di proposta e di idea, se sarà giudicata buona saremmo i primi ad impegnarci perché venga attuata. La nostra criticità principale è la partecipazione paesana, ma purtroppo non possiamo imporci perché si tratta di volontariato. Negli anni scorsi abbiamo fatto qualche lezione nelle scuole spiegando le curiosità sulla vita medievale; l’entusiasmo dei bambini era molto ma poi non ha avuto i frutti sperati nei nuovi ingressi. Il nostro obiettivo comunque rimane fermo ed è quello di far innamorare tutti visitatori, ma soprattutto i nostri compaesani, di questa rievocazione meravigliosa del nostro glorioso passato. E se i badenghi si innamorano cominceranno a parlarne bene, innescando il passaparola positivo. Se penso al bacino virtuale di giovani a cui potremmo attingere, rappresentato dalla partecipazione alle Fiaccole, mi rendo conto di quanto ci sia ancora da lavorare. Non abbiamo ancora trovato la chiave giusta evidentemente, ma non ci arrendiamo.
Se dovessi elencare ad un turista cinque buoni motivi per venire alla Festa medievale di Abbadia, cosa diresti?
Sicuramente l’aspetto enogastronomico vale la visita e non ha mai deluso le aspettative. La cena nel chiostro poi, oltre a vantare un cibo di qualità, può contare su una cornice unica. Come terzo motivo direi la ricostruzione della vita in un tipico villaggio medievale: cerchiamo di impostarla sempre in maniera naturale e vera, mai artefatta e feticcia. Il quarto motivo sicuramente è dato dalla cornice paesaggistica: senza il nostro antico borgo la festa non si potrebbe realizzare. Solo il centro storico vale una visita, ancora di più da quando esistono gli strumenti per viverlo al meglio, come app per smartphone e visite guidate più frequenti. Ultima considerazione è la presenza dei mestieri antichi, che ricostruiscono l’artigianato medievale. Questa secondo me potrebbe essere un’occasione interessante per i giovani badenghi che hanno passione per dedicarcisi. Infatti i mestieri rappresentano l’unico caso di continuità durante l’anno, grazie agli interventi nelle scuole e ai laboratori.
Passiamo al “fattore comunicazione”, che è visto da più parti come uno dei problemi ricorrenti nel nostro paese. Come pensate di promuovere la festa cercando di far fronte alla scarsa diffusione del materiale?
Come pro loco stiamo svolgendo il lavoro sulla comunicazione in collaborazione con la nuova amministrazione, perché è un tema sul quale entrambi siamo molto sensibili. Il problema spesso per l’ente di promozione turistica è proprio nel venire a conoscenza degli eventi in programma in paese. Questo ci impedisce di compilare un calendario completo e funzionale. Con l’aiuto dell’amministrazione stiamo cercando di intercettare gli eventi al momento della loro presentazione negli uffici comunali. Per quanto riguarda la promozione della festa medievale quest’anno abbiamo pensato di investire anche sulla pubblicità radiofonica, affiancandola alla pubblicità cartacea, dato che quest’ultima non si è mai dimostrata molto efficace. Il sito internet della pro loco – all’interno del quale la festa medievale ha uno spazio dedicato – e la pagina Facebook dell’Offerta dei Censi sono degli strumenti importanti, ma secondo noi purtroppo ancora poco accessibili ai più, soprattutto nella nostra comunità. Incrementare ancora di più la promozione online significherebbe quindi formare veramente un gruppo chiuso.
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Copertina: Flavia Veronesi, Stefano Visconti (Piazza del Monastero).
Foto: Giacomo Sbrilli, Presidente della Pro Loco di Abbadia San Salvatore
Secondo me la festa medievale e’ sempre stata organizzata molto bene.Per quanto riguarda la partecipazione ritengo che il periodo scelto corrisponde anche al periodo che molti badenghi sono in ferie …Secondo me vedo troppo pessimismo nel presidente della pro loco…Ci vorrebbe piu carica positiva…..