MUSICA, intervista agli Eugenio in Via di Gioia: “la musica è sfogo ed espressione”

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di Viola Santelli

Un nome che sembra bizzarro per una band italiana, giovane, nuova, originale. Si fanno chiamare Eugenio in Via di Gioia. Il gruppo, che lo scorso novembre ha suonato al Club71, è composto da quattro ragazzi con uno spiccato senso dell’umorismo, facilmente individuabile nelle canzoni che trattano temi disparati, mantenendo però una costante leggerezza. L’ultimo album si chiama Lorenzo Federici che, oltretutto è anche il nome di uno del bassista. Insieme a lui, il cantante e chitarrista Eugenio Cesaro, il batterista Paolo di Gioia e Emanuele Via alla pianola e alla fisarmonica.

Come è nato il gruppo? E il nome?

Il gruppo è nato per caso nel settembre 2012, dopo che avevamo suonato per una scuola occupata vicino a Torino, precisamente a Chieri. Eugenio aveva chiesto a Paolo e a Emanuele di suonare per quell’unica serata. Ci conoscevamo grazie alle scuole superiori e all’università, quella performance doveva essere solamente un’ improvvisata; invece i brani sono piaciuti molto al pubblico lì presente e sono state proprio le persone ad invogliarci a continuare a suonare insieme. Il nome, invece, è nato, da solo e senza cercarlo più di tanto: è semplicemente l’unione del nome di Eugenio e dai cognomi degli altri due membri originari: Emanuele Via e Paolo Di Gioia.

In che modo Torino ha fatto da sfondo?

Torino ci ha insegnato ad avere un bel contatto con la folla, ci ha permesso di suonare per strada ed è da lì che veniamo. Inoltre, in questo periodo, questa città è un luogo fertile, ricca di musica emergente e di pubblico attento: tutto ciò è stato fondamentale per noi.

Cosa volete trasmettere con le vostre canzoni? Vi rivolgete a un tipo ascoltatori in particolare?

Noi cerchiamo di rivolgerci a tutti quanti e a nessuno in particolare: vorremmo trasmettere messaggi comuni a livelli diversi, divertenti per i bambini e amari per gli adulti. Mostrare a chi ci segue un punto di vista soggettivo della realtà, analizzata in tutte le sue contraddizioni. Il mondo dei “grandi” pieno di abitudini, ansie e paradossi, in contrapposizione al mondo dei bambini, a volte tanto simile, a volte diametralmente opposto. La verità è che noi ci sentiamo parte di questo mondo che amiamo prendere in giro, perciò entra in gioco l’ironia: veicolo di autocommiserazione e mezzo di catarsi… un po’ come accade con la tv spazzatura: guardarla ci aiuta a sentirci migliori.

La musica per voi è un lavoro, uno sfogo, un’espressione?

La musica per noi è sia sfogo che espressione, perché ci distrae ma allo stesso tempo ci aiuta a concentrarci e a esprimere i nostri pensieri. Ancora non può essere considerato come un lavoro vero e proprio per la mancanza di entrate economiche, anche se dedichiamo molte energie agli Eugenio in Via Di Gioia e siamo contenti e fiduciosi per il futuro. Abbiamo scelto una via lunga e impervia, ma siamo contenti perché in ogni lavoro c’è la gavetta ed è giusto compiere un percorso per arrivare preparati a quello che verrà.

Progetti per il futuro?

Il nostro progetto futuro è un nuovo album per l’inverno 2016 e non vediamo l’ora che esca!

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