“La Sacra Sindone è vera”. Il mistero svelato da un libro (e dalla scienza)

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sacra sindone

di Niccolò Bisconti

E’ stato pubblicato un nuovo libro sulla reliquia più studiata al mondo: la Sindone di Torino. Si intitola “Il mistero della Sindone” (Rizzoli editore) ed è redatto dal Professore Giulio Fanti del corso di Misure Meccaniche e Termiche all’Università di Padova, una persona seria e determinata e con la quale ho avuto il piacere di discutere.

Spesso quando si sente parlare della Sindone le prime parole che appaiono nella mente dell’ascoltatore sono “falso” e ”medievale”. Difatti una certa propaganda anticlericale – che negli ultimi decenni ha pervaso anche il mondo scientifico e accademico – è arrivata ai massimi storici, la fantasia ha poi fatto il resto; ma la parola non spetta ai teorici e agli scettici ma alla scienza e a chi possiede le giuste competenze. E la scienza ha parlato: l’immagine impressa nel telo della Sacra Sindone resta un mistero (se non si vuole accettare che sia la testimonianza della resurrezione di Gesù Cristo).
Ecco un elenco di chi si è occupato della reliquia negli ultimi 30 anni:

Istituto New England del Massachusetts;

Laboratorio Scientifico Nazionale di Los Alamos, New Mexico;

Centro di Ricerche di Santa Barbara di California;

Laboratorio degli Armamenti dell’Areonautica Americana;

Accademia dell’Areonautica Americana;

Laboratorio della Propulsione a Razzo di Pasadena, Texas;

Loockheed Corporation;

Corporazione per la Tecnologia Nucleare;

Università del Colorado;

Brooks Institute of Photografy di Santa Barbara;

Termografo Rocky Mountain;

Istituto di Medicina Legale dell’Università di Torino;

Dipartimento di Ingegneria Industriale, Università di Padova.

Tralasciando la storia della Sindone e le varie peripezie che ha attraversato nei secoli, che il lettore può trovare in modo approfondito nel sito ufficiale degli studi (http://www.studiosindone.it/index.php), riassumerò le conclusioni delle analisi eseguite dal prof. Fanti e dal suo laboratorio dell’Università di Padova in collaborazione con l’Università di Modena e Bologna.

Le analisi effettuate sono  tre, due chimiche e una meccanica. Le prime due sono state eseguite tramite sistema con luce infrarosso FT-IR, l’altra con spettroscopia Raman, mentre la terza è un’analisi meccanica multi-parametrica. Gli studi hanno coinvolto diversi docenti universitari di vari atenei italiani e i risultati conclusivi indicano per le fibre della Sindone datazioni tutte distanti da quella medievale ottenuta nel 1988 con l’esame dell’inaffidabile radiocarbonio C14 (inaffidabile poiché il telo, come sostengono molti studiosi, ha subito molte contaminazioni nel corso dei secoli).

I risultati ci dicono che per l’analisi FT-IR la data è 300 a.C. ±400, per l’analisi Raman 200 a.C. ±500, per l’analisi meccanica multi-parametrica 400 d.C. ±400. Eseguendo una semplice media aritmetica delle tre date si ottiene 33 a.C. ±250 anni, con un’incertezza – osservano i ricercatori – inferiore alle singole incertezze, compatibile quindi con la data storica della morte di Gesù, attribuita dagli storici all’anno 30 dell’era moderna.

Gli esami sono stati effettuali utilizzando piccole fibre sindoniche provenienti dal materiale aspirato dalla Sindone dal micro-analista Giovanni Riggi di Numana, scomparso nel 2008, che partecipò alle ricerche del 1988 e che aveva donato questi materiali al ricercatore di Padova Giulio Fanti attraverso la Fondazione 3M.

L’immagine dell’uomo della Sindone non è un dipinto, altrimenti ovviamente non staremmo qui a discuterne. La figura si è creata tramite un processo di disidratazione delle fibre del primo strato di lino dovute ad un altissimo rilascio di energia luminosa da parte del corpo. Energia probabilmente di origine elettrica che sviluppò un particolare fenomeno definito “effetto corona”; una scarica elettrica da 50 milioni di volt che – ad oggi – nessun laboratorio avanzato al mondo è in grado di ricreare.

Se dal punto di vista scientifico è impossibile ricreare l’immagine di quel corpo martoriato e crocefisso, lo è ancor di più spiegare cosa abbia causato quel misterioso fenomeno che ha letteralmente fotografato l’”uomo sindonico”. Dal punto di vista delle fonti storiche e della religione la spiegazione c’è: la resurrezione del corpo di Cristo. Non si tratta di fantasia ma di evidenti prove scientifiche, prove che oggi nonostante abbiano dell’incredibile trovano una netta difficoltà nella divulgazione in una società sempre più miscredente.

Intervista a Giulio Fanti

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Copertina: Sacra Sindone, Torino.

Foto: Giulio Fanti, il Mistero della Sindone, Rizzoli

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