La Cina è vicina

Print Friendly, PDF & Email

e13-644

—lP—

di Giovanni Fabbrini

Con il decreto di Haijin si proibirono definitivamente i viaggi oceanici. Dal 1500 in poi, chiunque fosse stato scoperto a costruire una nave con più di due alberi poteva essere condannato a morte

Firenze. Bandiera rossa o no, la Cina ha ormai abbracciato il capitalismo. Dopo le riforme del 1979 che hanno rotto diversi dogmi, riassorbita Hong Kong, le esportazioni sono scoppiate. Nel futuro peserà in positivo la notoria detenzione dei nostri titoli di debito pubblico. E anche il proverbiale problema della densità di popolazione ha trovato una valvola di sfogo nell’emigrazione, a volte un nuovo colonialismo. La Cina ce l’ha fatta, verrebbe da dire. E pensare che nel 1500 era già maggiormente avanzata e raffinata, più ricca dell’Europa. Più interessante del perché oggi la Cina sia di nuovo sulla cresta dell’onda è come ha fatto ad affossarsi per 500 anni. Generalmente si sostiene che le innovazioni fondamentali che hanno permesso il colonialismo, le vele e i cannoni, siano state osteggiate nel cuore della dinastia Ming. Il lealismo estremo dei funzionari e una presunta «purezza» di chiunque si avvicinasse a corte parevano valori ben più importanti del volgare commercio, reale motore delle esplorazioni intercontinentali. Come dice Ferguson in Occidente “Con il decreto di Haijin si proibirono definitivamente i viaggi oceanici. Dal 1500 in poi, chiunque fosse stato scoperto a costruire una nave con più di due alberi poteva essere condannato a morte”. Le tecnologie europee venivano guardate con spregio e quando donate, ritornavano indietro lettere sdegnose e scostanti. Situazione alquanto paradossale visto che la polvere da sparo, invenzione che ha fatto la fortuna del colonialismo europeo, nasce in Cina coi fuochi d’artificio. Dopo lo sblocco ottocentesco del Giappone, la Cina persevera nel mito della sua chiusura-nella-purezza anche col comunismo maoista, che non si curava degli scambi commerciali: senza importare nuove tecnologie non fu facile nemmeno far fruttare una manodopera economicissima. Letture d’obbligo: Vele e cannoni di Cipolla, Occidente di Ferguson, The Economist del 7 aprile 2012 e per chi si volesse avventurare On China di Kissinger.

ARTICOLI CORRELATI: E’ tornato il comunismo! Viva Marx, viva Lenin, viva Mao Tze Tung! - Letture. “Operazione Cristopher” di Mario Filippeschi - Il Cav. del nostro scontento - La Postilla vola in Germania. Settima tappa: Campo di concentramento di Sachsenhausen - Giornata del Ricordo, la vergogna delle foibe: “Hanno chiuso le chiese e dato fuoco all’anagrafe, volevano annullarci fisicamente”

Lascia un commento

XHTML: Puoi usare questi tags: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>