Geotermia: il Sindaco di Cinigiano Romina Sani interviene alla Camera dei Deputati

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Romina Sani a Roma

—lP—

“La nostra è una negazione concreta, oggettiva, fondata su precise valutazioni di modello economico e sociale, di pianificazione e programmazione socio- economica. Nel territorio di Cinigiano un’industria non ha spazio, non può averlo.”

Il sindaco di Cinigiano, Romina Sani, ieri è intervenuta a Roma, alla Camera dei Deputati, dove è stata invitata a partecipare al convegno “No alla geotermia, elettrica, speculativa, inquinante. Dalla protesta alla proposta”. All’iniziativa, organizzata dalla rete nazionale “No alla geotermia elettrica”, nell’ambito della seconda giornata di mobilitazione nazionale, hanno preso parte amministratori, scienziati e parlamentari. Con Romina Sani erano presenti i consiglieri del Comune di Cinigiano, Alessandra Draghi e Sebastiano Sani. “Il Comune di Cinigiano – ha dichiarato il sindaco Romina Sani, nel suo lungo intervento alla Camera dei Deputati-  insieme agli altri comuni, rivendica un ruolo preciso, un’autonomia nelle scelte di sviluppo del proprio territorio. La discussione non è neppure sulla valutazione sanitaria dell’impatto che lo sfruttamento geotermico avrebbe sulle popolazioni limitrofe (aspetto che conta e molto!).

Anche dando per scontato che le migliori tecnologie, l’attenzione e il monitoraggio costante garantiscano la sicurezza, contestiamo scelte coatte che intervengono e modificano il lungo lavoro di costruzione del nostro e diverso modello di sviluppo. Nei decenni trascorsi abbiamo lottato per trasformare una condizione di debolezza in una speranza. Abbiamo gestito il nostro paesaggio con cura pagando dei prezzi, facendo rinunce, creando un’economia che riuscisse a risollevare un’agricoltura debole e non redditizia, superando anche grandi difficoltà di infrastrutture. Il presente e il futuro ci offrono, oggi, una prospettiva con la crescita del turismo rurale e sulla filiera di prodotti di eccellenza. Dobbiamo rinunciare? Non vogliamo scorgere il profilo di uno stabilimento industriale o vedere apparire  un impianto metallico guardando le pendici dell’Amiata e a Monticello Amiata, al confine con la riserva naturale di Poggio all’Olmo,  o a Seggiano, vicino al castello del Potentino, e neppure nella Val d’Orcia lungo i fianchi delle colline di Montenero, a due passi dalle vigne e dagli oliveti.

Non vogliamo demonizzare per principio la geotermia. E’ un’importante risorsa che offre opportunità per lo sviluppo socio economico del territorio, oltre che una fonte energetica utilizzabile in modo sostenibile sotto il profilo ambientale e sanitario, compatibile con il patrimonio naturale, storico e culturale della Toscana, ma chiamiamo le centrali per quello che sono: industrie. La nostra non è una posizione ideologica che fa leva sulla paura del nuovo e utilizza la minaccia sanitaria per coagulare intorno a sé il dissenso delle popolazioni. La nostra è una negazione concreta, oggettiva, fondata su precise valutazioni di modello economico e sociale, di pianificazione e programmazione socio- economica. Nel territorio di Cinigiano un’industria non ha spazio, non può averlo”.

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