Geometrie nel giardino monastico

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di Beatrice Ramirez

“La geometria era ordine contrapposta al Kaos esterno, non a caso si parla di Hortus conclusus, le mura o le recinzioni che lo circondavano lo rendevano luogo sicuro e protetto…”

La forma geometrica degli orti monastici, oltre al motivo meramente pratico che dipendeva dalla facilità di coltivazione delle parcelle, ha le sue radici nella planimetria dei giardini egizi e persiani, senza dimenticare quelli dell’antichità classica romana. La forma quadrata o rettangolare, divisa a sua volta da due linee ortoganal, aveva inoltre una forte connotazione simbolica; del resto, il giardino fin dagli albori è sempre stato rappresentazione, pensiamo al Paradiso terrestre nelle cultura cristiana o araba.

La geometria era ordine contrapposta al Kaos esterno, non a caso si parla di Hortus conclusus, le mura o le recinzioni che lo circondavano lo rendevano luogo sicuro e protetto: fuori il disordine, le fiere, le guerre, all’interno tranquillità e armonia dove l’uomo poteva ricreare mente e spirito. Il giardino, quindi, come luogo sacro in cui le armonie vegetali richiamano quelle celesti (ricordiamo “il mito della caverna” di Platone e la sua dottrina delle idee, pensiero che verrà ripreso largamente in periodo umanistico).

1La forma quadrata rappresenta la terra; il quadrato diviso da due linee perpendicolari, fra loro il Cristo e gli Evangelisti (il centro staticità e le braccia della croce dinamicità ); il quattro è simbolo del mondo stabilizzato, dei quattro elementi naturali (aria, acqua, terra e fuoco), delle stagioni, delle fasi lunari… e così via. Il quadrato è la perfezione della sfera;   il cerchio rappresenta il cielo ma le due forme non si contrappongono, sono due aspetti che si completano. Il cerchio iscritto nel quadrato ne è la sublimazione, l’ unione del cielo e della terra, non a caso l’Orto botanico di Padova ha pianta quadrata iscritta in un cerchio.

Possiamo concludere ricordando che nella disposizione di piante e aiuole si andava oltre, ogni pianta aveva il suo posto in cui riceveva particolari energie celesti e all’interno di numerosi orti monastici trovavamo il sacrario, generalmente di forma romboidale in cui venivano coltivate le piante medicinali (uno fra gli  scopi di questi orti era fornire piante per medicamenti) e dove venivano trapiantate quelle in cattive condizioni che in quel luogo si riprendevano.

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