Don Francesco, lo sventolio della tonaca e la nuova vita di Santa Croce

Print Friendly, PDF & Email

Immagine

di Lucia Romani

Sono terminati i “Grandiosi lavori conservativi” nella chiesa di Santa Croce, così definiti proprio per l’imponenza dell’intervento. Mi trovo in piacevole conversazione davanti ad una tazza di caffè con Don Francesco Monachini, il quasi novantenne Parroco che ha messo in atto questa immane opera. Interessata e incuriosita, cerco da lui ragguagli e spiegazioni. Don Francesco, in modo schivo ed umile, attribuisce il merito di tutto ciò alla Divina Provvidenza, ma io insisto a chiedergli come ha potuto decidere di mettersi in un’impresa simile alla sua età. Lui risponde sorridendo che anche San Giuseppe, rappresentato sempre con i capelli bianchi e quindi anziano, è stato capace di grandi cose.

Prosegue dicendo che la Chiesa aveva un grande bisogno di interventi di adeguamento alle varie norme e di sostanziali lavori di conservazione. Dal 1963, anno che segna l’ultima grande attività di restauro, erano rimasti in sospeso quei lavori che, realizzati in questa occasione, sono da considerarsi il completamento definitivo della Chiesa, la sua seconda vita. Chiedo in cosa siano consistiti i lavori appena ultimati e durati oltre un anno. Mi fa allora uno scrupoloso elenco: si è lavorato al tetto, al sottotetto e alla facciata, si è intervenuti sul campanile, sugli impianti di riscaldamento, elettrico, di amplificazione e sull’apparato che regola il funzionamento delle campane; si è installata un’apparecchiatura utile all’allontanamento dei volatili. È iniziato anche il restauro dell’organo e di diverse suppellettili meritevoli di essere conservate in modo decoroso.

È stata questa l’occasione per ripulire le ultime tracce dell’incendio avvenuto una trentina di anni fa. La Cripta, anticamente detta “Cantina del Purgatorio”, (luogo dove venivano ammassate le offerte in natura della popolazione), è stata anch’essa oggetto di restauro e di abbellimento; si è infatti creata una serie di archi in sasso che idealmente riprendono e ripetono la serie di archi che si possono vedere nel fabbricato a destra dell’inizio di via Maraghini, la via che costeggia la Chiesa di Santa Croce e che conduce all’ingresso laterale della cripta medesima. I lavori sono stati affidati perlopiù ad imprese locali. La spesa si aggira intorno ai 530.000 euro, coperta in parte dai contributi del Monte dei Paschi e della CEI (Conferenza Episcopale Italiana).

Purtroppo, le piccole dimensioni della Parrocchia, non hanno consentito un’adesione massiccia della popolazione al contributo alle spese. Sono state comunque posizionate delle cassette per la raccolta delle offerte, presso le attività commerciali del Paese, al fine di creare più occasione ai badenghi per contribuire a questa causa, sperando che la Chiesa di Santa Croce divenga oggetto di amore da parte di tutti. Il Signore, nella sua bontà, ricambierà con la benedizione per tutti i paesani e per tutto il Paese. La conversazione è finita. Don Francesco deve scappare via per le mille cose e impegni che lo attendono prima della fine della giornata. Mi saluta e se ne va, senza prima avere fatto due complimenti alla mia cagnolina, piegandosi fino a raggiungerla in terra. Io protesto e gli dico che non lo faccia, …alla sua età… poi ci ripenso: ma quale età? Sembra un giovanotto! Alzo gli occhi e faccio appena in tempo a vedere il tipico sventolio della tonaca nera che si allontana.

Galleria immagini:

Articoli correlati: Cercasi Hamman disperatamente - Commosso saluto a Don Roberto - Giovanni Paolo II e l’arte del nobil compromesso - Dal passato il Sacerdote Umberto Buoni - Natale in casa Pacconi - Oh Maria bella bella

Foto: lr

Lascia un commento

XHTML: Puoi usare questi tags: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>