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di Chiara de Franceschi

Ultimi giorni di 2015. Come ogni anno che volge al termine anche questo porta con sé la tipica malinconia delle cose che finiscono, accompagnato da l’ansia che proviamo un po’ tutti di non avere fatto abbastanza, di non esserci impegnati a sufficienza per raggiungere gli obiettivi che ci eravamo prefissati…

Quella determinazione con cui iniziamo ogni nuovo anno, in cui cambieremo tutto ciò che non ci piace, in cui inizierà una nuova era, in cui saremo diversi. Più bravi, più coraggiosi, più pazienti, più umani, più arrabbiati. Per ritrovarci poi a dicembre 2016 con quel senso di incompiuto addosso, perché  di tutte quelle cose che ci eravamo promessi non ne abbiamo realizzate neanche la metà.

L’ anno appena  trascorso si è aperto e chiuso con il terrorismo islamico che pian piano sta occupando la scena internazionale; a gennaio gli attacchi a Charlie Hebdo e al negozio ebraico kosher, a novembre altri  attacchi, sempre Parigi, per restare in Europa. Aerei abbattuti, attentati nei musei, rapimenti e rivendicazioni. Una  guerra psicologica che ci spaventa, che cerca di farci paura in casa nostra, che finora nessuno ha saputo combattere perché forse nessuno l’ha capita veramente. C’è la guerra vera, in quella Siria che ci sembra così lontana, ormai dilaniata da quattro anni di conflitto che non sembra voler terminare. Ci sono i risultati di quella guerra;  milioni di rifugiati che scappano e raggiungono l’Europa alla ricerca di un mondo migliore, senza conflitti.

Da gennaio l’Italia ha un nuovo Presidente della Repubblica, il siciliano Sergio Mattarella. Italia che tentenna, in bilico tra i soliti problemi di corruzione e disoccupazione che quasi non fanno più notizia, e il tentativo di rialzarsi, con l’ Expo inaugurato il primo maggio a Milano. C’è l’astronauta Samantha Cristoforetti, che a giugno torna sulla Terra dopo duecento giorni nello spazio, record femminile assoluto. Ma al di là di avvenimenti che possono o meno essere ritenuti interessanti, l’anno che si sta chiudendo lascia, almeno in chi scrive, un senso di incertezza, di incompiuto, che rende difficile qualsiasi definizione certa. E allora vi lasciamo con una carrellata di avvenimenti, più o meno leggeri, che forse meglio di tutto esprimono la frivolezza del presente. La nascita della principessa Charlotte d’Inghilterra, la sua bisnonna Elisabetta che è diventata la sovrana regnante da più tempo sul trono inglese, la scomparsa di Pino Daniele, Anita Ekberg, Laura Antonelli, Michele Ferrero, e tanti altri che non stiamo a elencare. La cantante britannica Adele che si conferma regina della musica triste-ma-bella, con il singolo  “Hello” che arriva a milioni di visualizzazioni su YouTube poche ore dopo l’uscita.

La crisi della Grecia, Angela Merkel eletta donna dell’anno, il nuovo film di Star Wars, il concerto a Campovolo di Ligabue con ottantamila spettatori, la morte di Derek Sheperd per che ama le serie TV, lo sbarco in Italia di Netflix, l’Iphone 6 e il 6 plus, gli Stati  Uniti e Cuba che riaprono i rapporti diplomatici dopo 54 anni di gelo. Il Giubileo Straordinario voluto da Papa Francesco, il sindaco Marino che si dimette, Pechino, Milano e Roma inquinate come non mai, la conferenza sul clima a Parigi, l’ accordo sul nucleare tra America e Iran. Si potrebbe continuare all’infinito, ma ci fermiamo qui. Con l’augurio che questo nuovo anno porti a tutti un po’ di consapevolezza in più, un po’ di quel coraggio che spesso ci manca;  non per rendere scontatamente il mondo un posto migliore, e più bello, ma perché possiamo iniziare a essere quello  che vogliamo essere, senza paure e senza giudizi.

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