Carissimi amici,
nell’approssimarsi delle feste natalizie vengo a proporvi alcune iniziative per la preparazione al Santo Natale. Vivremo momenti di preghiera e di festa per accrescere in noi la gioia della Nascita di Gesù che, ancora una volta, vuole portare a tutte le nostre famiglie la speranza di un mondo nuovo. Prepareremo i nostri cuori ad accoglierlo in maniera degna con la preghiera e la festa fatta in comunità.
Le righe che seguono parlano di uomini noti o meno noti nella storia amiatina, ma anche nella storia in generale, che hanno creato qualcosa di grande, innovativo e spesso rivoluzionario a beneficio di tutti, forse grazie all'ispirazione suscitatagli proprio dalla nostra montagna. I grandi uomini dell'Amiata non sono tanto quelli rimasti con nome e cognome ma proprio i popoli che l'hanno abitata e, tanto tempo fa, rispettata come una dea
«Senza perder tempo uscimmo tosto in campagna con una guida ben pratica a visitare i contorni del paese. Scendendo adunque sotto il poder dell’Erosa, per la strada, che và alle Vigne di Rovignano, videmmo cessare i Paperini, e comparire la pietra calcaria mista spesso con cristalli di Spato romboidale. Qui pur finiscono i Castagni, e le piaggie soggiacenti sono spogliate di alberi, e destinate solo a campi sativi, e a pasture»
Ebbene sì. Ce l'abbiamo fatta. Il primo obiettivo che ci eravamo prefissati 367 giorni fa è stato raggiunto: un anno di Postilla! Un'avventura, ma sarebbe meglio dire una scommessa, iniziata in sordina, con un investimento risibile e una speranza grossa come una redazione. Dopo poco tempo si sono aggiunti Antonio, il primo a crederci, poi Simone, Ilaria, Giovanni, Erika, Lucia e Balilla. Un po' di tempo e sono saliti anche Giacomo, Irene, Alessio e Chiara. Queste le persone che più hanno scritto e contribuito alla (crediamo) nobil-causa. Ma contando i collaboratori, ovvero coloro i quali hanno scritto almeno un articolo per La Postilla si superano tranquillamente venti firme.
Orlate di faggi costeggio,
Nel groviglio di felci,
le prode del monte.
Fosforescente dietro la montagna
si cala la luce del sole.
Sulla cima ultimi suoi raggi
buliginano al tremolante
Sciogliersi del giorno.
Vantiamo un passato unico e inestimabile. Proprio per questo è nata l’idea di rievocare un’antica abitudine medievale - il pellegrinaggio - inaugurando una variante della via Francigena che porti il viandante a visitare l’abbazia e a sostarvi in preghiera come un tempo. Alla presentazione del progetto è stato dedicato un intero fine settimana. La prima conferenza, a cura di Mario Marocchi e Don Carlo Prezzolini, sulla via Francigena e sull’abbazia si è tenuta all’interno del nuovo museo del convento, con la presenza del sindaco Fabrizio Tondi. A seguire vi è stato il concerto della corale “Da Palestrina”.
«I can’t get no satisfaction» cantavano i Rolling Stones ed io ne fui rapito ma ero cresciuto nella tradizione cattolica, avevo imparato e sperimentato molte cose. Una primogenitura, una dote, che alla prova dei fatti si sarebbero dimostrate inalienabili.
Parigi mordi e fuggi: breve soggiorno nella città più visitate al mondo. Arriviamo presto, il tempo di atterrare e cercare la casa che abbiamo affittato. Pranziamo nel pub sotto casa e subito ci dirigiamo verso la Cattedrale di Notre Dame, davvero magnifica, immensamente grande. Difficile da immaginare una vastità del genere: rosoni dipinti con colori accesi, luminosi, soffitti di cui non si vede la fine.
Nella storia di Abbadia San Salvatore può capitare di imbattersi in scoperte capaci di destare sorpresa e a volte meraviglia. Oltre a riaffiorare vicende di uomini del passato giungono descrizioni di momenti di vita e luoghi che non ci sono più. Uno di questi è il santuario della Maddalena, con il probabile villaggio che gli stava intorno di cui è rimasto soltanto il toponimo. Si trattava di un oratorio, una piccola grotta affrescata che purtroppo sarebbe andata distrutta nella prima metà del secolo scorso per lasciare spazio alle case in espansione.
«Il progetto ci è venuto in mente quasi per caso cercando materiale di studio nel book shop del museo. Cercavamo nuove idee e quando abbiamo preso questo libro tra le mani ce ne siamo letteralmente innamorati»