BAGNI SAN FILIPPO: preoccupazione per raduno non autorizzato
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di Daniele Palmieri
CASTIGLIONE D’ORCIA (SIENA) – Ha saputo della cosa non più di tre giorni fa il sindaco di Castiglione d’Orcia, Claudio Galletti, e si è attivato prontamente con tutte le autorità preposte e le forze dell’ordine per capire se e cosa è in via di organizzazione a Bagni San Filippo dal 6 al 9 febbraio prossimi, in particolare al Fosso Bianco. La notizia ha cominciato a circolare sui “social” con un invito generico ed indistinto a partecipare ad un raduno, muniti di sacchi a pelo e tende, in questo sito particolare e bellissimo, dove la natura e l’uomo hanno contribuito a creare uno scenario suggestivo di sedimenti calcarei, sui quali scorre l’acqua termale, particolarmente copiosa nei periodi invernali, quando il vicino stabilimento termale privato è chiuso. Nella giornata di ieri (venerdì 29) il primo cittadino ha avuto contatti diretti con la Prefettura, la Questura, il Comando della Compagnia Carabinieri di Montalcino, oltre alla Polizia Municipale associata Amiata-Val d’Orcia.
Nessuna organizzazione o soggetto privato ha comunicato o chiesto alcunché al Comune e alle autorità preposte a vigilare sull’ordine e la sicurezza pubblica, e già questo è di per se stesso un motivo di allarme. Il sindaco ha poi scritto una missiva ai vari soggetti istituzionali, ringraziando per l’attenzione, assicurando la massima disponibilità da parte della sua amministrazione per prevenire azioni pericolose e dannose per le persone e per l’ambiente. A nessuno sfugge che potrebbe trattarsi, almeno nelle intenzioni, di qualcosa molto simile al “rave party” che lo scorso anno vide centinaia di persone, perlopiù giovani, accampati non lontano dalla” Quercia delle Checche”, al centro della Val d’Orcia, in prossimità del fiume. La preoccupazione degli amministratori e della popolazione deriva anche dal delicato equilibrio ambientale esistente al Fosso Bianco, dove fra l’altro la friabilità del calcare depositato dalle acque ha fatto adottare da tempo un’ordinanza che vieta di salire sulle concrezioni perché sussistono rischi di crolli, i quali potrebbero coinvolgere chi si avventurasse al di sopra dei sedimenti e chi ne fosse al di sotto, all’interno delle vasche – naturali e artificiali – presenti lungo il torrente a valle della cosidetta “Balena Bianca”. La piccola stazione termale, inoltre, non è dotata di servizi adeguati per ricevere e veder permanere per più giorni, accampate all’aperto, centinaia di persone.
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