Ora è ufficiale: il 20 novembre chiuderà lo sportello di Campiglia d’Orcia
Non c’è stato nulla da fare: i vertici gestionali del Monte dei Paschi di Siena hanno confermato la ferma volontà di chiudere la filiale di Campiglia d’Orcia, cancellando oltre 80 anni di presenza e proficui rapporti tra l’Istituto bancario e la popolazione di questo paese.
Al termine dell’incontro, svoltosi a Siena alcuni giorni fa su richiesta del Comitato, i dirigenti montepaschini si erano riservati la possibilità di valutare se fosse stato possibile mantenere aperti a giorni alterni gli sportelli di Vivo e Campiglia d’Orcia, utilizzando un unico codice IBAN.
Ora è giunta la notizia ufficiale che questa cosa “non si può fare” e, quindi, lo sportello chiuderà il 20 novembre, come preannunciava la lettera inviata ai correntisi ancor prima che l’incontro si tenesse.
La proposta di lasciare aperti a giorni alterni i due sportelli, l’avevano formulata come extrema ratio il sindaco Claudio Galletti, il suo vice Stefano Consoli, le capogruppo delle liste civiche di minoranza, Cinzia Rustici e Valentina Vaccaro, i rappresentanti della Pro Loco e della Misericordia, i rappresentanti dei cittadini, Franco Guerri e Gabriele Di Emidio: membri del Comitato che aveva portato le ragioni e le istanze, insieme ad oltre 250 firme, di una comunità che si vede tagliare uno degli ultimi servizi che le erano rimasti, con disagi certi per la popolazione, specie per quella fascia costituita da persone anziane, che non hanno dimestichezza con i mezzi informatici e hanno difficoltà per spostarsi fisicamente presso la filiale di Vivo d’Orcia.
Rimane il presidio dell’Ufficio Postale, sia pure con orario ridotto a due mattine la settimana: ma ora le cose potrebbero anche cambiare e, magari, aumentare le giornate di apertura, perché non sono pochi i campigliesi che stanno pensando per praticità (e non solo) di trasferire i loro conti correnti dall’Istituto bancario a Poste Italiane.
Rimane nell’aria e, soprattutto, fra le persone, un misto di sentimenti che spaziano dalla rabbia al rammarico, dall’incredulità al senso si abbandono. Le popolazioni che abitano nelle zone montane e rurali continuano a subire costanti “disattenzioni” dettate dalle leggi dei grandi numeri, dell’economicità e dal profitto, vissute direttamente sulle proprie spalle con i tagli pubblici e privati che rendono sempre più difficile la permanenza e favoriscono, nei fatti, l’emigrazione e lo spopolamento di vaste aree, con conseguenze non certo positive nell’ottica di salvaguardare e custodire i territori. Daniele Palmieri
Nella foto (jdc) lo sportello di Campiglia d’Orcia