ABBADIA: tavolo permanente sui servizi socio-sanitari. Coinvolti partiti, sindacati e associazioni
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Abbadia San Salvatore. Un Tavolo permanente sui servizi socio-sanitari tra le forze politiche, sindacali e le associazioni di settore che operano nel Comune di Abbadia si è costituito con lo scopo di seguire attentamente la fase attuale di ristrutturazione del Servizio Sanitario pubblico. Il nostro impegno deve essere considerato innanzi tutto un contributo alle Istituzioni e agli Amministratori del settore, cui non possiamo né vogliamo sostituirci. Abbiamo ben chiaro che le azioni in questo campo coinvolgono la responsabilità precisa di funzionari pubblici a questo preposti e quella istituzionale degli amministratori locali. Vorremmo però fornire un punto di vista diverso da quello degli addetti, ovvero la percezione che ha di un servizio la società a cui è rivolto il servizio stesso. Siamo inoltre convinti che lavorare sull’organizzazione dei servizi socio-sanitari non si possa considerare solo un’operazione meramente “aziendale”; ha infatti molto a che fare con il miglioramento della salute dei cittadini e quindi con la missione istituzionale della sanità pubblica. Non nascondiamo qualche preoccupazione per il futuro: pensiamo alle cosiddette razionalizzazioni della spesa annunciate dal Governo (da ultimo il decreto Enti Locali che include anche tagli alla sanità per 2,3 miliardi di euro); l’accorpamento delle aziende USL avviato dalla Regione Toscana con preminenti motivazioni finanziarie; le difficoltà che riscontriamo nell’applicazione puntuale dei protocolli sottoscritti dalle nostre Istituzioni, dalla Regione e dall’Azienda USL (Protocollo sulla nuova organizzazione dell’Ospedale di Prossimità di Abbadia S. Salvatore ed il successivo Integrazione delle attività dello stabilimento ospedaliero di Abbadia San Salvatore e dello stabilimento ospedaliero di Nottola) che, a nostro avviso, contengono le basi irrinunciabili per il corretto funzionamento dei servizi alla salute nella zona Amiata-Val d’Orcia.
In particolare, riteniamo che il modello individuato per l’ospedale della zona Amiata-Val d’Orcia sia davvero moderno, confacente alle reali necessità e sostanzialmente virtuoso; sono la mancata applicazione e le difformità che ad oggi riscontriamo a farci temere che ulteriori razionalizzazioni possano tradursi in un decremento dei servizi previsti. I patti, vogliamo ribadirlo, assicurano il miglioramento dell’efficienza, l’incremento dell’appropriatezza di utilizzo delle strutture, il contenimento dei ricoveri inappropriati, la promozione di una rete integrata attraverso lo spostamento dei professionisti all’interno dell’azienda, il potenziamento della comunicazione tra strutture e dell’attività di urgenza e pronto soccorso. Nulla è per sempre, nemmeno quei patti, ma se si dovesse avviarne la revisione, chiediamo con forza che non vengano toccati i servizi già previsti e che si usi il medesimo metodo partecipativo utilizzato a suo tempo. Anzi, proprio perché riconosciamo il valore di quel metodo, auspichiamo che le Istituzioni e l’Azienda si impegnino in un percorso analogo anche per il settore del sociale, che si rivela sempre più determinante per il benessere dei cittadini della nostra zona. I patti sono quindi il punto di partenza. Ecco perché ci preme segnalare alcune criticità/difformità che potrebbero configurare una situazione attuale diversa da quella individuata a suo tempo. Innanzi tutto gli organici: la loro diminuzione, per cause diverse, non può che impoverire l’offerta. Sui medici, i patti danno indicazioni qualitative e quantitative precise e correlate con le necessità della zona e per la gestione dei flussi di pazienti di una rete ospedaliera reale e non solo spontanea, per l’implementazione dell’attività ambulatoriale, anche al fine di ridurre le liste di attesa. Ci appare di fondamentale importanza anche il ripristino degli organici infermieristici di reparto e l’adeguamento agli standard previsti per il Pronto Soccorso.
Il mantenimento dell’organizzazione per intensità di cura e delle funzionalità previste per il presidio ospedaliero passano inevitabilmente per la conferma dei servizi primari su tutte le 24 ore; passano attraverso la rapida presa in carico definitiva del Pronto Soccorso da parte dei medici del Dipartimento dell’emergenza/urgenza; la conferma dell’attività chirurgica specialistica; la presenza continua di radiologi e anestesisti; il potenziamento dell’attività ambulatoriale; la riqualificazione del servizio di day hospital oncologico come effettuato fino al 2014; la riconferma dei posti letto previsti per la bassa e la medio-bassa intensità. La richiesta di dotare la zona di un apparecchio diagnostico TC (nei patti si rinviava questa eventualità ad una successiva valutazione tecnico-amministrativa), ha sollevato nella nostra comunità un dibattito che non può essere ignorato. Ci sentiamo perciò legittimati a chiedere di valutare nuovamente questa possibilità che riteniamo fortemente qualificante dell’offerta fornita in zona. Non possiamo infine che auspicare la revisione delle recenti decisioni aziendali che, di fatto, accorpano lo stabilimento ospedaliero dell’Amiata Val d’Orcia a quello della Val di Chiana senese, cancellandone i livelli di responsabilità, rappresentatività e gestione delle relative risorse. (Le rappresentanze comunali di: Partito Democratico, Abbadia Futura, Forza Italia, Rifondazione Comunista, Partito Socialista Italiano, CGIL, CISL, AVIS, MISERICORDIA, CE.I.S.)
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