Azioni cattoliche e ceffoni (rialzati Amiata!)
“In quei giorni un decreto dell’imperatore Cesare Augusto ordinò che si facesse un censimento di tutta la terra”. Avrete sentito qualche volta queste parole, sono l’introduzione evangelica alla nascita del Redentore, molto popolare in questi giorni per via della loro presenza nella messa natalizia. Non è questa la ouverture che interessa a noi, tuttavia; l’unico censimento che possiamo provare a fare in questa sede, vorrei poter dire, dati alla mano, è quello delle associazioni cattoliche laicali presenti oggi in Italia. Definite per la strada, dall’uomo della strada (da qui in avanti UDS, ndr), come gruppetti, oppure come ‘importanti realtà’, a seconda di come gira all’UDS, siamo in presenza oramai di elementi cardine del futuro del cattolicesimo. Si sta assistendo altresì alla analogia cattolica di quel processo di atomizzazione ampiamente visibile da decenni nel mondo protestante. ‘Ogni giorno nasce una setta’: questo si dice della vivacità e dell’effervescenza del mondo evangelico d’oltre oceano. Ci si potrebbe dilungare moltissimo su come considerare questo fenomeno: nel proliferare di nuovi gruppi ispirati al Vangelo in America si può vedere di tutto, ma sommariamente due cose. Una confusione che deriva dal fatto di non avere un capo unico ed un’unica teologia, da un lato; un prezzo alto da pagare – pagato! – per la tanta libertà, che coraggiosamente ci si auto-concede, dall’altro. Ognuno di questi gruppi ha un proprio capo, che non riconosce superiori spirituali. La differenza con le nostre associazioni è quindi, dal punto di vista teologico, dottrinale, filosofico e anche amministrativo, notevole. Le nostre associazioni sono, per stare al semplice ambito amministrativo, tutte sottomesse al Papa. Vi sono gruppi cattolici non sottomessi al Papa, sì, ma per il momento lasciamoli dove stanno. Non me la sento di scomodare i seguaci di Lefebvre, non sono nello stato mentale giusto, abbiate pazienza! Azione Cattolica, Cammino Neocatecumenale, Comunione e Liberazione, Focolarini, Opus Dei: credo di citare questi gruppi in base all’ordine decrescente dei membri italiani; sono questi i principali nomi dei gruppi che stanno avendo una vita e un successo inatteso, dove si vedono giovani, dove pulsa oramai il cuore del riscoperto ruolo sociale della cattolicità del Bel Paese. “Rialzati Italia”, diceva un vecchio slogan elettorale. Non so se ce la faremo, rispondeva il già citato UDS. E proprio con questa dialettica, tra l’imperativo ideale ‘Rialzati’ e il comodo ma reale, ‘non lo so’, si gioca una partita tutt’altro che secondaria e scontata. Una partita che sconvolge lo stivale. E il Monte (Amiata, ndr)? Il monte, tanto per cambiare, è indietro. Sarà anche sopra, in quanto monte, ma fidatevi, è anche indietro. Abbadia San Salvatore per esempio, capitale morale e demografica della montagna, non è sede di associazione cattolica laicale alcuna. Spero di essere smentito, se possibile anche a ceffoni, dal Presidente dell’unica associazione che si era provato a far rinascere in tempi recenti, l’Azione Cattolica. Ma proprio lui l’estate scorsa mi ha detto che per potersi chiamare Azione Cattolica bisognava effettivamente agire, cosa che non stavano facendo. Allora, cari ragazzi, non so se basta uno sparuto gruppo di Neocatecumeni a Piancastagnaio, un viceparroco di Arcidosso che ha contatti con un’organizzazione reazionaria di tutto rispetto, una casa vacanza in località Vivo d’Orcia di proprietà di una già citata associazione laicale. Insomma, non so se bastano poche persone, qualche palmo, a far sì che il Monte (lo riscrivo con la maiuscola) non perda il treno. Ma credo sinceramente che non bastino. Se continuiamo a fare vita di parrocchia e basta, come negli anni ’50 , rischiamo di smarrirci in quantità e qualità. Come dicevo, spero di essere preso a ceffoni. Giovanni Fabbrini
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