Teatro: l’Officina Chiantese sbarca ad ABBADIA e prova a mettere in dialogo i due estremi della provincia senese
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“Un ponte teatrale tra la Val d’Elsa e la Val d’Orcia”
“Il teatro è l’artigianato delle relazioni” è l’affermazione con cui da diversi anni, Francesco Chiantese, ricercatore e pedagogo teatrale dà inizio e fine ai suoi percorsi teatrali. Forse è per questo che ha deciso di rendere il proprio teatro un ponte che colleghi i due estremi della provincia senese. La sua “bottega teatrale” dove si scopre e ci si perfeziona da attori e registi, avrà quest’anno due punti di incontro in totale dialogo tra loro. Il primo è quello oramai tradizionalmente attivo e amato in Val d’Elsa, a Poggibonsi, presso la Scuola di Danza “Sinfonia della danza”; il secondo inaugura oggi, 10 settembre, presso il centro Shin Shatsu di Abbadia San Salvatore.
I due percorsi, che si muoveranno in maniera parallela, sono costituiti da un incontro settimanale di tre ore affiancato da una serie di seminari di approfondimento che hanno visto coinvolti negli anni alcuni dei più interessanti nomi del teatro contemporaneo. Le due realtà coinvolte, il Monte Amiata e la Val d’Elsa, sono gli estremi della nostra provincia non solo geograficamente; le due realtà spesso si ignorano, mentre molte sarebbero le potenziali occasioni di arricchimento reciproco. “Quello che mi piace sottolineare, che credo sia la cifra distintiva del lavoro che facciamo assieme – dice Francesco Chiantese – è l’assoluto amore per l’aspetto artigianale del lavoro teatrale. Incontriamo assieme, io e i miei allievi, le principali teorie teatrali, dalle tecniche di Grotowski, alle riflessioni di Peter Brook, agli accorgimenti registici di Nekrosius, alla grande tradizione italiana legata al teatro degli Eduardo e alla narrazione; ma tutto avviene attraverso la pratica, il lavoro alla costruzione dello spettacolo, il lavoro di allenamento su se stessi. Non c’è una reale distinzione tra vecchi allievi e nuovi; il nostro lavoro ci consente di passare le competenze da una persona all’altra, con generosità; così i ‘nuovi arrivi’ si trovano in un clima che li arricchisce notevolmente, dove si può imparare dal maestro ma anche dagli allievi con maggiore esperienza, e quelli che hanno alle spalle tanta esperienza sono costantemente costretti a mettersi in discussione, ad arricchirsi, attraverso la curiosità e l’entusiasmo dei nuovi arrivati in un clima altamente formativo”. Il percorso è aperto a donne e uomini dai 16 anni in su e si lavora con un numero “limitato” di allievi perché vi sia la possibilità di formare seguendo le esigenze e gli interessi di ogni singolo.
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