Piante amiatine, orto botanico, macerati di erbe e insalate di campo
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di Irene Mazza
Gli studenti, gli amiatini, i professori di scienze naturali, i turisti, potranno usufruire di questo sito…
[continua da qui] Quest’orto è un progetto nato dalla collaborazione del proprietario, Giorgio Pacini con il Prof. De Bellis che mira a raggruppare in un solo ma diversificato spazio, le varie essenze vegetali di maggiore interesse naturalistico, alimentare e tradizionale di cui è sorprendentemente ricca la montagna. L’obiettivo maggiore è la preservazione degli endemismi e delle specie rare che si trovano sull’Amiata in ambienti ristretti e delicati che, qualora dovessero estinguersi, potranno essere recuperate e reintrodotte.
Data la difficoltà di individuare molte di esse nel loro habitat, l’orto botanico può assumere una funzione di studio per i naturalisti e una funzione didattica per scuole e visitatori. A tal proposito è stato ideato un camminamento pedonale tramite il quale sono ben visibili tutte le erbe introdotte, classificate e affiancate dal cartellino descrittivo. Gli studenti, gli amiatini, i professori di scienze naturali, i turisti, potranno usufruire di questo sito che mostra l’Amiata più vera e più nascosta che merita sicuramente di essere valorizzata e conosciuta da tutti.
La parola rimbalza ad Aurelio Visconti, proprietario dell’azienda “Lombardi e Visconti” che produce amari e macerati d’erbe. Aurelio afferma che “L’Amiata è uno scrigno preziosissimo, che si presta a tutte le attività erboristiche ed è l’ambiente giusto per lavorare le erbe officinali. Noi”, continua Aurelio, “realizziamo questi preparati con materie prime che non contengono aromi, né estratti, né coloranti. Sono il risultato di miscele di erbe e frutti messi a macerare, torchiati e filtrati. La fase finale avviene in botte.” L’ azienda realizza circa 30 prodotti, ma l’orgoglio sono i tre macerati d’erbe, prodotti di nicchia destinati a un mercato specilizzato. La lavorazione consiste nel mettere miscele di erbe diverse a macerare in alcool. E’ proprio in questa fase che avviene l’estrazione delle proprietà amaricanti e dei principi attivi tipici degli amari che stimolano appunto la digestione.
La cultura dei macerati d’erbe è andata via via scomparendo nel tempo. Essi sono nati nei conventi italiani e francesi nel Medioevo quando la macerazione in alcool permetteva di conservare il prodotto molto a lungo. L’azienda di Aurelio sta tentando di ridare luce a questi prodotti così particolari e preziosi. Nei macerati caratteristica principale è quella olfattiva e retrolfattiva, molto meno quella gustativa. “Infatti quello che conta”, afferma Aurelio, “è ciò che il prodotto lascia in bocca. I macerati hanno infatti una funzione da fine pasto, devono sgrassare la bocca, pulirla.” Questi preparati hanno dei codici di nomenclatura in base al contenuto zuccherino. I tre macerati di Aurelio si distinguono in amaro semifino, (Amaro Stilla, 5 erbe) che contiene il 18% di zucchero, gradevole ma che lascia un leggero sentore di amaro in bocca; l’amaro ordinario (Amaro Imperiale, 15 erbe) con il 5% di zucchero, e infine l’amaro erboristico (Amaro Cenobium, 10 erbe) privo di zucchero e costituito da erbe molto amare risultando amarissimo al palato. La presentazione si è conclusa con la degustazione dei tre macerati, offerta da Aurelio Visconti.
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Foto a sinistra: Aurelio Visconti