Trip Advisor, l’era globale e l’”user generated content” come dispensatore unico di qualità

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di Ilaria Martini

Trip Advisor, il più famoso portale web di recensioni al mondo, ha assegnato anche quest’anno il premo Traveller’s Choice 2014. Per quanto riguarda la categoria ristoranti, la tripletta da podio del Bel Paese vede in testa il ristorante “Quintessenza” di Trani (BT), seguito al secondo posto dal ristorante “Madonnina del Pescatore” di Senigallia (AN) e al terzo posto il ristorante “Riviera” di Venezia.201407301329_1

La classifica è basata sul diktat dell’”user-generated content” (contenuti generati dagli utenti e non da personale specializzato), ovvero sui commenti di gradimento delle persone comuni. Oggi la metafora del web 2.0 non è solo una teoria: in tutti campi del sapere e della vita sociale gli internauti hanno modo di organizzarsi su piattaforme che tengano in considerazione i loro gusti e le loro opinioni. A concretizzarsi è anche la disintermediazione, un mantra degli anni 2000. Trip Advisor si nutre delle recensioni di milioni di utenti in tutto il mondo, che iscrivendosi al sito, condividono la loro esperienza personale di ospiti in hotel, ristoranti e luoghi turistici. Scorrendo la classifica Traveller’s Choice 2014, che premia i primi 10 ristoranti italiani preferiti dai viaggiatori, la nostra Toscana compare solo al quinto posto, con il “Ristorante La Pineta” a Marina di Bibbona, frazione dell’omonima Bibbona, in provincia di Livorno. Per quanto riguarda Abbadia il miglior piazzamento spetta al “Ristorante Pizzeria Laccoria”, numero 136 su 1.421 recensiti in provincia di Siena.

Vista la crescente diffusione del portale Trip Advisor e l’influenza che esercita su giovani e meno giovani, è bene interrogarsi – come da tempo fanno studiosi e giornalisti – sull’affidabilità della classifica. Secondo la proprietà tutte le recensioni prima di essere pubblicate vengono filtrate, per eliminare ciò che è estraneo alle linee guida del sito, evitando quindi recensioni potenzialmente dannose. È proprio questa politica che, secondo i detrattori, renderebbe il sito meno credibile rispetto a quelli in cui il commento viene inserito senza mediazione. Per pubblicare una recensione inoltre è necessario garantire che questa sia unicamente frutto di esperienza personale, escludendo ogni legame di interesse con la struttura ricettiva.  Il filtro di cui è dotato il sito però non può dirsi anticorpo efficace contro i fake, i refusi o i vecchi profili di strutture che continuano a restare online anche molto tempo dopo la chiusura. Anche la Federalberghi ha puntato più volte il dito contro Trip Advisor e le sue classifiche. Non sono infatti così rare recensioni mendaci e di luoghi non esistenti, con il risultato di confondere ancora di più i consumatori.

COPERTINA (2)Da che mondo è mondo il passaparola e i consigli degli amici rappresentano la metà della pubblicità per ogni struttura commerciale, internet ha solo allargato questo passaparola fino a farlo diventare un ronzio incessante di sottofondo. Fino a qui poco male, anzi ben venga l’era globale. Il male, casomai, arriva quando da opinioni soggettive e personali degli internauti (e per questo profondamente autoreferenziali) si pretende di ricavare una classifica di qualità oggettiva. Bisognerebbe vedere il tipo di persona che corrisponde ad ogni recensione, in una parola se “ci si può fidare”.

Alzi la mano però chi non ha mai sbirciato le recensioni di Trip Advisor prima di prenotare un albergo o un ristorante, facendo dell’opinione di sconosciuti una discriminante per la scelta. Esistono molte guide gastronomiche e turistiche, più stellate e meno populiste, famose nel mondo e garanzia di qualità. Ma oggi è più alla moda consultare Trip Advisor, perché siamo stati abituati a vedere sempre e solo il bello della rete, in un clima di euforico ottimismo tecnologico. Buon appetito.

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