Tanta testa e poche emozioni nel confronto per le primarie di coalizione

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Fabrizio Tondi Enrico Coppi

Chi scrive non era presente all’incontro organizzato dal Centrosinistra badengo in vista delle primarie di coalizione. Così è dovuto ricorrere a mezzi di fortuna: YouTube, dove qualche anima pia ha pensato bene di postare gli interventi dei due candidati. Interventi che ho guardato e riguardato, poi soppesato e pazientemente trascritto (verba volant, scripta manent), e infine riletto per essere sicuro di carpirne il segreto, perché ogni dichiarazione nasconde fra le righe un segreto,  per essere sicuro infine di avere compreso ogni frase, ogni guizzo e ogni arguzia.

Alla luce dei fatti quello che emerge è un incontro mediamente moscio: un mirarsi l’ombelico, una tendenza a parlarsi addosso e a lisciare il pelo agli astanti, nel corso di un confronto sostanzialmente opaco, vicendevole, pacato e senza “fuoco nella pancia”. Ma badate bene, è tutto capibile e addirittura giustificato da una liturgia politica che ricorda la diplomazia di stampo DC, quella che sovente anteponeva il rispetto dell’avversario politico alle beghe di palazzo, alla faziosità e allo scontro frontale. Basti pensare all’impareggiabile dignità avuta da Aldo Moro carcerato prima di essere brutalmente ucciso dalle BR. Tutto vero, ma era comunque lecito aspettarsi qualcosa in più, ché la politica è anche, se non soprattutto, spettacolo. Un’ultima piccola critica la riservo per la cosiddetta “metacomunicazione”, ovverosia il linguaggio non verbale, il quale prevede, durante le assemblee pubbliche, che l’oratore affronti il pubblico stando in piedi.

Ma torniamo a noi. Ci sono due candidati, Coppi e Tondi, impegnati a ripercorrere la storia personale e politica che li ha caratterizzati, in una specie di curriculum vitae esposto al pubblico. Dove talvolta si lambisce la retorica (non sempre in senso greco, ovvero come organizzazione del linguaggio naturale), altre volte ha la meglio il parlare di cuore e più raramente di pancia.

Soltanto in due casi c’è stato il ricorso alle citazioni: “libertà è partecipazione” di Gaber da parte di Tondi e “ci si può dimettere da tutto tranne che dalle passioni” di Veltroni da parte di Coppi.

Oltre alle auto-presentazioni (forse superflue giacché, come sostiene lo stesso Tondi, “si vive in case di vetro”) qualcuno si aspettava interventi basati soprattutto sulla linea di governo, sui programmi che intenderanno svolgere, sul come e sul dove reperire le risorse, sulle urgenze e gli obiettivi a corto e medio termine, sul turismo; qualche parola in più, e meno vaga, sulla geotermia, sull’ospedale, sulle infrastrutture, sulla cultura in generale, eccetera; non ultimo sarebbe stato d’uopo presentare entrambe le squadre, nome per nome. Ma confidiamo che ciò accadrà durante i prossimi incontri. J

Di seguito riportiamo le dichiarazioni dei candidati (essendo trascritte dalla rete potrebbero esserci dei refusi indipendenti dalla nostra volontà: qualora fossero individuati vi preghiamo di segnalarceli). n.b. quanto scritto si basa unicamente sui filmati reperiti in rete.

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Ho deciso di candidarmi perché credo di avere maturato nella vita un percorso di esperienze di vario tipo che possono essere messe al servizio del nostro paese. Sono una persona curiosa, lo sono sempre stata. Questo mi ha portato a fare diverse esperienze sia di carattere lavorativo, sindacale, che politico.-amministrativo, nell’arco degli ultimi 20 anni. Ho avuto la fortuna, parlando della mia famiglia, di conoscere un uomo, Tondi Gabriello (…) che è colui che mi ha fatto da babbo e mi ha trasmesso due grandi valori. Il primo è stato il valore cattolico. il bisogno di appartenere a una chiesa, di cui faccio orgogliosamente parte, che mi ha insegnato un valore importante: il principio del confronto e della tolleranza, oltre all’idea della solidarietà fra gli individui e le persone.
La seconda cosa è stata la passione per la politica. Come dice Veltroni “Ci si può dimettere da tutto ma non delle passioni“, e per me la politica è stata una grande passione. Credo che sia un diritto di ogni cittadino poter fare politica ma, credo, anche un dovere quello di occuparsi della cosa pubblica e farlo in varie forme. L’ho fatto attraverso lo strumento più naturale previsto dalla costituzione che è stata la partecipazione ai partiti dentro a un percorso – secondo noi – di coerenza. Abbiamo fatto parte della DC che faceva riferimento a Mino Martinazzioli negli anni in cui ci fu la trasformazione in Partito Popolare, quindi Margherita e Partito Democratico; è una storia che ha una sua coerenza e nel momento in cui la politica s’è trasformata nel pluralismo del sistema maggioritario dovevamo scegliere da che parte stare.
Per non fare l’errore dei cattolici prima del Ventennio quando si ritiravano sull’Aventino,. dovevamo scegliere la parte più consona ai nostri principi, la parte della sinistra. Una parte che ha fatto della solidarietà e del bisogno del stare vicino ai più deboli la sua bandiera da sempre. (…). E’ stato quindi naturale trovarsi a sinistra, e oggi dentro al PD. Non vi nascondo che ci sono stati periodi in cui sono stato molto critico verso il mio partito (…). Oggi vedo aprirsi un a stagione nuova, spero che porti lontano. spero che alcune dinamiche vengano superate attraverso un’apertura e una trasparenza maggiori. Sono estremamente fiducioso che il paese abbia la capacità di saper scegliere al meglio.
Credo che chiunque vinca sarà in grado di dare una risposta importante ad Abbadia San Salvatore, perché le persone che ognuno ha accanto hanno estremo entusiasmo e valore intrinseco che potrà dare un contributo davvero importante ad Abbadia. Faccio un augurio di cuore a Fabrizio, se dovesse vincere lui sono convinto che avremo modo di trovare un dialogo nel confronto sui programmi e nell’azione di governo. Con questo – per non essere frainteso –  non intendo propormi per nessun incarico. Se vincerò le Primarie e se poi dovessimo vincere le elezioni – che non sono affatto scontate - svolgerò il compito di primo cittadino. Se invece non dovessi farcela non ricoprirò nessun tipo di altro incarico. Con questo non voglio assolutamente dire che della nostra squadra, in caso di vittoria, non ci sarà spazio per nessun altro che non ha fatto parte del nostro gruppo di lavoro.
Secondo me nel PD, e nel gruppo di Fabrizio, ci sono talenti, ci sono persone in gamba che possono dare un contributo importante all’azione amministrativa del Comune. da parte nostra c’è una totale apertura nei confronti di chiunque ha voglia di mettersi a disposizione della coalizione e dell’amministrazione comunale. Lo dico con estrema serenità. Sia chiaro a tutti che questo è un confronto di idee, fra persone, non una competizione interna o una guerra tra fazioni. Lo dico a tutti perché serva a smorzare i toni e a dare un segnale verso l’esterno che è di competizione, di idee e di proposte ma che non è una contrapposizione forte tra persone; sarebbe estremamente deleterio e sbagliato. Chiedo a tutti e anche, passatemi il termine, ai supporter di abbassare i toni quando è possibile e di lavorare veramente per un obiettivo comune che è quello del miglioramento della nostra comunità. grazie. Enrico Coppi
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Si vive in case di vetro. Sapete perfettamente chi sono io, chi è Paolo Rappuoli, chi è Enrico Coppi, il Gatta, tutti ci conosciamo. Infatti questa è una presentazione formale in cui giustamente bisogna dire delle motivazioni (…). Ero arrivato relativamente giovane alla pensione, avendo tutto il tempo a disposizione e mi sono chiesto – vedendo nella comunità un certo senso di abbandono, di disperazione – se potevo esserle di aiuto avendo molto tempo a disposizione, giorni e giorni; avendo io risolto i miei problemi per me, per la mia famiglia, mi sembrava egoistico tirarmi fuori da questa mia comunità. Intendo questa mia candidatura – e non è retorica – come un servizio, ho tutto da rimettere.
Sono uscito dalle mie esperienze di vita – come battaglie per la geotermia: sembravo un testimone di Geova quando dicevo “fanno 22 centrali, 180 pozzi…” – oggi la situazione, sono d’accordo con Paolo (Rappuoli, ndr) è maturata e sicuramente andranno rivalutate certe cose che dovranno venire fuori (…). La mia messa in campo, come direbbe qualcun altro, di cui mi è stata attribuita anche una paternità non voluta e non dovuta visto che ho partecipato alla fondazione del PD nel 2007 perché ne condivido lo spirito e sicuramente andremo in quella direzione, di partito di sinistra, riformista, occidentale, alla francese, alla tedesca, all’inglese, chiamatela come vi pare, quella è la strada che ci si presenta davanti. Ho partecipato alla fondazione del partito. Non ho preso la tessera perché non ho mai voluto, fino a oggi, che la mia carriera professionale e tutto il mio essere potesse avere l’ombra che questa cosa potesse avermi agevolato.
Altri lo hanno fatto, qualcuno oggi è anche nello schieramento opposto. Lo dico con tutta la simpatia perché ci vogliamo anche bene, condividiamo molte cose anche nella gestione dell’ospedale abbiamo avuto opinioni diverse… Non ho preso la tessera per questo motivo, perché voglio presentarmi “pulito”, e questo lo voglio dire non avendo mai avuto esperienze o incarichi di natura politica. Mi presento però con un mio curriculum che vi sarà consegnato e che dimostra esperienze, non solo di carattere personale per l’ospedale, ma anche esperienze amministrative di altra natura in cui la politica non era avere la tesserina politica passepartout. Lo ripeto, sono qui con spirito di servizio e con il desiderio di ricostruire la classe dirigente (…) e la possibilità di avere un partito alle spalle che sorregga, che consigli, che aiuti l’azione di governo di chi è in quel palazzo. E dico anche che non ho la presunzione di avere la verità in tasca. Quindi non sono colui che sposa l’idea dell’”uomo del destino” o la rivoluzione. Non ci ho mai creduto a queste due cose.
Credo nel lavoro di gruppo, di persone dotate di entusiasmo, di credo, di persone che si mettono in gioco per la comunità. lo ripeto: personalmente ho tutto da rimettere dal punto di vista della mia immagine. Però lo farò e qualora dovessi vincere le primarie e diventare sindaco sicuramente uscirò con molta meno popolarità affettiva, non solo in senso elettorale da parte dei miei cittadini. L’ho detto alla mia famiglia: preparatevi anche a tante piccole cattiverie, che possono venir fuori, perché la politica è fatta di queste cose e lo sarà ancora. Nonostante all’inizio fossi sostenuto da un gruppo di persone che si rifacevano al pensiero di Renzi ho detto: signori, io voglio essere il candidato del Partito Democratico della sinistra di Abbadia.
Perché qui c’è una storia (…) che va tenuta da conto per le persone che hanno costruito la “casa del popolo” fatta con opere di volontariato, mettendo dei soldi; c’era una moralità – giusta o sbagliata che fosse – però c’era una moralità, un sentire, è questo che dobbiamo tornare a costituire, sentirsi ospiti, partecipanti. Allora come succede questo? Fai il gruppo di lavoro e poi? Come ti allacci coi cittadini, con i volantini?, con Facebook? (…). Io vengo dalla generazione in cui Gaber diceva ”libertà e partecipazione, non è solo ascolto, le persone devono essere in condizione di poter partecipare attivamente, e questo avviene attraverso la proposta e il metodo del lavoro che ripete il modello degli ascolti, che devono essere istituzionalizzati, perché chi è a conoscenza dei problemi in quegli ambiti raccoglie da ogni singolo cittadino le criticità e soprattutto deve fare delle proposte operative, un vai e vieni con coloro che hanno il compito e il dovere di dirigere il paese, quindi un interscambio completo perché non basta l’informazione, occorre la partecipazione…
Potrei dire tante cose che avremo modo di dire successivamente ma vi prego di cogliere il mio spirito (…). Non ho venduto niente a nessuno, anche in questa mia campagna. Ne ridiscuteremo con il Partito e con gli alleati, con coloro con i quali governeremo il paese. Quindi mi metto a disposizione vostra. E qui chiudo. Arrivederci. Fabrizio Tondi
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