Fariseismo imperante e strategie di prevenzione
di Giovanni Fabbrini
Provo oggi a introdurre un tema, quello del fariseismo, ormai decisamente lontano dai riflettori. Eppure un tema centrale, cruciale, spaventosamente attuale. In un mondo come quello contemporaneo dove tutti hanno in bocca gli aggettivi “concreto, funzionale ed efficace”, bisogna rispolverare dagli archivi del sapere tradizionale europeo i vecchi testi sacri, per vedere cosa ci dicono sulla concretezza, sulle cose che funzionano e sull’autentica efficacia.
Chi è il fariseo? Nell’immaginario collettivo il fariseo è un falso, qualcuno che sulla carta ha tutti i conti apposto ma di fatto ha sbagliato tutto. Meno di lui sbagliano le prostitute e i traditori (Mt 21, 28-32). Eppure la coscienza monoteista, la distinzione basilare del bene e del male, la capacità di non essere solamente partecipante del rito e devoto del simbolo ma anche uno che si comporta di conseguenza; tutto questo il fariseo lo possiede. Anzi, ne abusa. Il fariseo dà bella mostra della sua preghiera (Mc 12, 38-44), talvolta anche assume aria malinconica per far vedere che l’osservanza lo frustra ma che stoicamente riesce ad insistere nella sua strada (Mt 6 16-18).
E’ attaccato al denaro ma non è un ladro, tutt’altro; abile conoscitore della legge, sa come farla girare a proprio conto (ancora Mc 12, 38-44). Si compiace della propria disciplina (Lc 18, 9-14) abusando un concetto già proprio della Legge (Sal 1, 1-2). E’ come se tanti giusti precetti si fossero estinti nella loro linfa vitale, ma per sclerosi fossero ancora conservati dagli uomini, una volta che questi ultimi li hanno svuotati del loro naturale significato. I Proverbi dicono “Applica la disciplina, non abbandonarla, perché essa è la tua vita” (Prov. 4, 13); è come se il fariseo si concentrasse solo sulla prima parte del precetto, applicando le regole e togliendo ad esse, con gravi conseguenze verso sé stesso, la vita.
Quanta poca fede deve avere il fariseo?! Come si fa ad applicare meccanicamente alcuni passi della Legge e a non percepirne altri?! Come si fa a disconoscere la sapienza che conduce alla vita, credendo che basti stare in una sorta di meccanismo spirituale e comportamentale per essere salvi?! Eppure il fariseismo come nemico è tutt’altro che vinto; più forte dell’ateismo, dello spirito pagano, delle credenze oscure e telluriche. Il fariseismo si può paragonare a quei gas che ammazzano nel sonno per come entra dentro certi ambienti senza essere riconosciuto e anzi mascherandosi da piena osservanza. Sembra una donna vestita di tutto punto con roba che si rovinerà alla prima lavatrice, per fare un paragone più tranquillo. C’è verità nel fariseismo? Quanti fascisti vanno a messa per continuare la Tradizione Europea, senza nemmeno sforzarsi di intercettare lo spirito cristiano? Potrebbero andare a teatro a vedere Shakespeare e farebbero lo stesso servizio a Dio.
Pensiamo ancora a quanto sia farisaico l’atteggiamento di alcuni carabinieri che fermano le persone tranquille e lasciano andare quelle moleste per stare più tranquilli loro; a quanto sia assurdo che un controllore ti chieda se ti ha già controllato il biglietto (come se fosse possibile incontrare uno che risponde di no, e poi si fa scoprire senza biglietto). Il mondo è pieno di gente che fa finta di fare il proprio dovere. La burocrazia con la sua tendenza a crescere fine a sé stessa, a moltiplicare inutilmente gli uffici e la carta, a creare ministeri della Semplificazione, è un enorme monumento farisaico. Molte famiglie che mandano i figli prima ai licei e poi all’università per convenzione sociale sono famiglie di farisei. Insomma è quasi impossibile non scoprire in noi e nelle persone più prossime che abbiamo un fariseo.
Ma la liberazione dal fariseismo è ormai a portata di mano, o quasi. Basta lasciarsi guidare dall’unico Maestro che ci ha insegnato che esistono valori diversi dalle solite, povere, ossessioni: il lavoro, la salute e i riconoscimenti. L’Antico Testamento così risplende di nuova luce in tutte le sue parti e perde il rischio di diventare lo scrigno delle meraviglie degli ipocriti, eterna fonte di inutile sapienza umana svuotata di ogni potenza.
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Copertina: Karl Schmidt Rottluff, Farisei, 1912.
Mi è piaciuto questo articolo, l’ho linkato su twitter, Davide Tedeschini
Grazie Davide