Abbadia: dove sono finiti i renziani?
Nato come movimento di sostegno alla candidatura di Matteo Renzi durante le scorse primarie (quelle vinte rovinosamente dal compagno Pierluigi Bersani), “Abbadia per Matteo” – di riflesso alla politica nazionale propagandata dal sindaco di Firenze – si impegnava concretamente al fine di rinnovare la nomenclatura del PD badengo. Un movimento (da non confondere con MoVimento) composto da personaggi non sempre contigui al partito ma attratti dalla spinta propulsiva di Renzi; quindi, comunque la si veda, qualcosa di originale e propositivo.
Poi è arrivato il congresso comunale che con un colpo di scena, e uno di spugna, sembra avere messo d’accordo tutti, o quasi: con 92 voti su 105 il prossimo candidato alla tanto ambita poltrona di sindaco sarà Paolo Rappuoli. Uomo che naviga i mari agitati della politica provinciale, regionale e nazionale da lungo tempo. Pacato braccio destro di Rosy Bindi conosce bene dinamiche e meccanismi, uomini e donne che contano. Due lauree, vesti eleganti, che poco si confanno all’ambiente di montagna, spesso agghindate di rossa cravatta poiché sia chiara l’appartenenza.
Però a scavare neanche troppo nel passato si ricorderà che fra il Rottamatore della Leopolda e la Bindi non è mai corso buon sangue, anzi. Ne consegue automatica una domanda: com’è possibile che i renziani di Abbadia – se realmente di renziani si tratta, quindi rottamatori – approvino di appoggiare un personaggio preparato e strategico, ma di fatto uomo della Bindi, ovvero di colei che Renzi vorrebbe (voleva?) rottamare?
Da aggiungere ci sono le provenienze della stessa Bindi, e quindi del Rappuoli: DC ala dura (sul sito http://rappuoli.tumblr.com/ è riportata in bella vista una frase di don Milani non certo di Gramsci, non è un caso). E scatta il secondo e ultimo quesito legato almeno all’attuale campagna elettorale di Renzi: tutta virata verso la rive gauche teverina: riuscirà Rappuoli a conquistare la parte più a sinistra dell’elettorato badengo (del PD)?
La risposta presumibilmente sarà affermativa; ché negli ultimi 65 anni Abbadia ha visto sventolare un solo colore dal municipio; ma la porzione elettorale, già ridotta ai minimi storici in seguito alle scorse elezioni, rischia di ridursi ulteriormente e creare malumori fra coloro i quali speravano nella tanto sbandierata “rivoluzione renziana”.