Regno Unito, il Brexit e l’astro nascente Theresa May

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Esteri

di Giovanni Fabbrini

Il Regno Unito ha un nuovo primo ministro, Theresa May. Una donna, la seconda dopo Margaret Thatcher

Come è naturale il Brexit ha infatti comportato le dimissioni di David Cameron dalla carica di premier e più recentemente anche da quella di deputato. Storicamente i premier non eletti, quelli per intenderci che ereditano una camera con la maggioranza favorevole in virtù di elezioni già avvenute, hanno avuto alterne vicende senza dimostrarsi particolarmente incisivi. Il subentro di John Major avvenuto nel 1990 e durato fino al 1992 ha preparato le carte alla sua vittoria, che ha permesso un governo conservatore fino al 1997, anno dell’avvento di Tony Blair. Minor fortuna ha avuto Gordon Bown, subentrato appunto a Blair nel 2008 ma sconfitto nel 2010. Nessuno dei due viene ricordato con grande enfasi.

Elisabetta_II_Regina_d_InghilterraAbbiamo voluto offrire ai nostri lettori una traduzione del primo discorso da presidente di Theresa May, discorso che sorprende per semplicità e chiarezza di vedute. Sono appena stata a Buckingham Palace, dove Sua Maestà la Regina mi ha chiesto di formare un nuovo governo, e io ho accettato. In quanto a David Cameron, seguo i passi di un grande, moderno primo Ministro. Sotto la leadership di David, il governo ha stabilizzato l’economia, ridotto il deficit di bilancio, e aiutato più persone in età lavorativa di quanto non sia mai stato fatto. Ma la vera eredità di David non riguarda l’economia, piuttosto la giustizia sociale. Dall’introduzione del matrimonio omosessuale, all’abolizione delle tasse sul reddito alle persone con basso reddito, David Cameron ha guidato il governo di una nazione, ed in quello stesso spirito anch’io voglio governare. Perché non tutti lo sanno, ma il nome intero del mio partito è Conservatore e Unionista. E la parola unionista è molto importante per me.

Significa che crediamo nell’unione, quel legame assai prezioso tra Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord. Ma significa qualcos’altro, significa che crediamo in un’unione non solo tra le nazioni del Regno Unito, ma tra tutti i nostri cittadini, ognuno di noi, chiunque siamo e da ovunque si venga. Ciò significa combattere contra la scottante ingiustizia per la quale se sei nato povero mediamente morirai nove anni prima degli altri. Se sei nero, sei trattato con più durezza dal sistema di giustizia penale che se sei bianco. Se sei bianco, ma della classe lavoratrice, sei il più lontano dalla possibilità di andare all’università. Se sei alla scuola statale, è meno probabile che tu raggiunga le professioni migliori che se educato privatamente. Se sei una donna, guadagnerai meno di un uomo. Se soffri di problemi mentali, non è disponibile abbastanza aiuto. Se sei giovane, troverai più duro che mai possedere la tua casa.

Ma la missione di fare la Britannia un paese che funziona per tutti significa più che combattere queste ingiustizie. Se vieni da una famiglia ordinaria di classe lavoratrice, la vita è ben più dura di quel che pensano molti a Westminster. Hai il lavoro, ma non sempre la sicurezza del lavoro. Hai la casa ma sei preoccupato per il mutuo. Puoi gestirtela, ma sei preoccupato dal costo della vita e dal costo di portare i figli in una buona scuola. Se siete fra quelle famiglie, mi rivolgo a voi direttamente. So che state lavorando tutto il giorno senza fermarvi, che state facendo il vostro meglio e che la vita è un calvario.

Il governo che guiderò io non sarà guidato dall’interesse dei pochi, ma dal vostro. Faremo quello che possiamo per darvi più controllo sulle vostre vite. Quando prendiamo le grandi decisioni, non penseremo ai potenti, ma a voi. Quando passiamo le nuove leggi, ascolteremo voi più che i potenti. Quando si tratta di tasse, metteremo per primi non i ricchi, ma voi. Quando si tratta di opportunità, non ci soffermeremo sui vantaggi di pochi fortunati, faremo quel che si può fare per aiutare tutti, qualunque sia la vostra origine, per andare avanti quanto i vostri talenti vi permettono. Stiamo passando un momento importante nella storia del nostro paese.

Dopo il referendum, abbiamo davanti una grossa sfida nazionale. E io so, poiché siamo la Gran Bretagna, che avremo la meglio in questa sfida. Come usciamo dall’Unione Europea, ci forgeremo un nuovo ruolo nel mondo, positivo e rilevante. E faremo della Britannia un paese che funziona non per pochi privilegiati, ma per ognuno di noi.
Sarà questa la missione del governo che io guiderò. E insieme, faremo una Britannia migliore.

Colonna sonora: PJ Harvey – The Glorious Land (Let England Shake)

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