Diciassette anni fa moriva Fabrizio De André, il nostro ricordo

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La notte dell’11 gennaio 1999 Fabrizio de André aveva 58 anni. Ci lasciava dopo avere combattuto contro un’inguaribile malattia

Nato il 18 febbraio 1940 a Genova, è stato un grande cantautore e poeta. Un personaggio particolare, misterioso, ribelle, che presenta canzoni dove è possibile leggere una critica alla società, composta da tutti i tipi di persone. Alcuni dei suo testi, composti perlopiù in gioventù, dopo aver terminato il liceo classico, si possono definire “senza tempo”: la descrizione di situazioni o di sentimenti sembra non essere cambiata nemmeno dopo qualche decennio. Talvolta accade che sia possibile ritenere vere caratteristiche tipiche di stereotipi, di lavoratori. Tutto ciò è reso possibile dall’inclinazione umanistica del poeta. Fu lui stesso a decidere di abbandonare la facoltà di giurisprudenza affermando che sarebbe stato un pessimo avvocato e che avrebbe voluto intraprendere una strada più vicina alle persone. De André non compone quasi mai a scopo autobiografico ma insegna a leggere tra le righe. Scrive su sovrani del passato e tra questi, il famoso Carlo Martello; scrive di conflitti e rende noti avvenimenti quali il massacro di Sand Creek. Il cantautore fa, anche per questo motivo, parte del gruppo di artisti le cui opere possono essere classificate come messaggio di libertà, canzoni contro la guerra, opere scritte e cantate con coraggio da chi viveva un momento duro senza perdere la capacità di immedesimarsi nella “gente comune”. Parla di morte e lo fa con garbo, rispetto e  quella sottile amarezza dovuta allo stupore dal genere umano.

La discografia:

  • -1966 Tutto Fabrizio de André: il primo disco, contenente brani già pubblicati.
  • -1976 Volume 1: primo suo album registrato in studio.
  • -1968 Tutti morimmo a stento: il tema che lo caratterizza è la morte vista sotto molteplici aspetti, in base a personaggi che diventano protagonisti delle canzoni.
  • -1968 Volume 3: comprende alcune reincisioni di brani ed è qui la ripresa del sonetto S’i’ fosse foco di Cecco Angiolieri. 
  • -1970 La buona novella: scrive di religione. La spiritualità è un tassello importante, un elemento ricorrente. Compone quest’album dove la stessa viene celebrata. 
  • -1971 Non al denaro né all’amore né al ciel: ispiratosi all’Antologia di Spoon River, è uno dei dischi ritenuti più significativi.
  • -1973 Storia di un impiegato: album discusso e censurato dalla casa discografica in quanto il titolo iniziale sarebbe dovuto essere Storia di un impiegato e di una bomba.
  • -1974 Canzoni: per via del colore della copertina è conosciuto anche come “album rosa”. 
  • -1975 Volume 8: stesura di qualche canzone insieme a De Gregori. Qui due canzoni (Amico fragile e Giugno ’73) totalmente autobiografiche.
  • -1978 Rimini: Massimo Bubola è il coautore di questi testi. Nasce da una delusione politica.
  • -1981 Fabrizio de André: meglio conosciuto, grazie all’immagine di copertina, come l’indiano. 
  • -1984 Crêuza de mä: realizzato insieme a Mauro Pagani, è interamente in genovese.
  • -1990 Le nuvole: un paio di brani in collaborazione con Ivano Fossati, risulta diviso in una prima parte, cantata in italiano perché dedicata ai “potenti” e una seconda, scritta in vari dialetti, essendo dedicata al popolo.
  • -1996 Anima Salve: qui l’autore, oltre a richiamare il sacro, analizza la solitudine nelle sue forme, l’espressione in generale degli stati d’animo dell’uomo. Nei suoi testi, riesce con qualche parola a entrare nel profondo di ognuno, scaturendo diverse emozioni.

17 anni fa moriva De André, il quale avrebbe avuto un addio da una marea di persone accorse a salutarlo a Genova, per l’ultima volta, il giorno del suo funerale. Sarebbe bene ricordarlo con più di una breve introduzione su chi è stato e cosa cantava ma è più facile lasciare che siano le sue stesse parole a descriverlo. È riuscito a entrare nel cuore di molti e anche per questo motivo, è giusto mantenere viva la sua storia.

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